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    Home»Arte»Pieces of a woman: il film-racconto di una sofferenza atavica
    Arte

    Pieces of a woman: il film-racconto di una sofferenza atavica

    Redazione Other SoulsDi Redazione Other Souls16 Gennaio 2021Nessun commento2 Minuti di lettura
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    Storia di un profondo dramma familiare nel film diretto da Kornél Mundruczó in concorso alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

    Vanessa Kirby

    Come si può sopravvivere alla più dolorosa delle perdite? In Pieces of a woman, pellicola diretta da Kornél Mundruczó che vede, tra i collaboratori alla produzione, anche Martin Scorsese, si racconta la personale tragedia di una coppia, Sean Carson e Martha  Weiss (interpretati da Shia LaBeouf e Vanessa Kirby), la cui figlia muore pochi minuti dopo essere stata partorita. Una tragedia avvenuta tra le mura domestiche di cui viene accusata un’ostetrica che appare confusa, agitata, non pienamente consapevole della situazione.

    Il racconto di un dramma devastante

    Qui comincia l’agonia dei due. Sean e Martha non riescono a trovare un senso a ciò che è successo, restando in balia della sofferenza che sembra depositarsi sui loro cuori come la neve che ricopre Boston in quel gelido inverno. «Un penny per i tuoi pensieri» chiede Sean a Martha. «Non ne ho» risponde la donna. I loro dialoghi diventano essenziali, fino quasi a scomparire. Non sono soltanto le parole, a mancare, ma la complicità, la leggerezza, l’amore e la passione.

    L’assenza finisce per accompagnarli, tutto si perde e si sgretola progressivamente in quello che si può definire l’inizio dell’inferno. La morte della neonata innesca una serie di detonatori emotivi e psicologici nelle vite dei due, incrinando il loro legame.

    La rappresentazione del dolore attraverso espedienti scenici

    Kornél Mundruczó  appare lucido nel raccontare il supplizio che segue alla tragedia: il silenzio che circonda la città innevata viene squarciato dal rumore dei pneumatici sull’asfalto, dallo scroscio della pioggia, dall’eco dei passi. Rumori che sembrano dare voce alle grida di dolore sommesse dei protagonisti.  

    Un film ricco di evidenti simbolismi, come la mela che torna in diverse scene, dai primi minuti fino a quelli conclusivi, evocando il peccato originale di Eva, indelebile in tutte le donne: non a caso il nome scelto per l’ostetrica.

    Gli equilibri si riassestano, ciò che si sgretola diventa cenere e rinasce sotto altre forme. Un dramma che commuove e scuote, lasciando spazio a riflessioni per niente scontate, riuscendo a trasportarci al centro del lutto più difficile da superare, quello della perdita di un figlio, creando una straordinaria empatia con i personaggi.

    Kornél Mundruczó Martin Scorsese Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Pieces of a woman Shia LaBeouf Vanessa Kirby
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