Un viaggio nel percorso creativo dell’artista Beatrice Pasquali, per immergersi nella sua arte
Intenzioni
Sulla distillazione come pratica poetica
Non stupisce che la ricerca di elisir avvenga sia per i liquori, che nell’intenzione letteraria o artistica. Si procede, cioè, a concentrare il succo di qualcosa in una distillazione lenta quanto rarefatta, come avviene per l’idillio.
Tuttavia qualcosa sfuggì alla routine della distilleria, quando Michele Savonarola, medico padovano, avendo un giorno prescritto dell’acqua di vite ad una bella donna vi aggiunse del miele e dell’olio essenziale di rosa, perché diventasse un filtro. Si tradusse aqua vitae con acqua di vite, anziché acqua di vita. Certo è che in Italia, unendo dell’acqua di vite a sostanze profumate provenienti dai campi di menta, presto si produssero degli ottimi rosoli. I rituali per far appassire le uve ed ottenere i vini passiti e i deuteria, diventano per Plinio un’artigianalità di forte valore semantico, per aiutarci ad essere vicini all’origine delle cose (Plinio il Vecchio, Naturalis Historiae, Libro XIV , Einaudi, Torino, 1984).
Può sorprendere che nella piccola boîte, richiudibile con cerniera, venga contenuta l’epifania, tutta mobiliare, della metamorfosi di una tascabile Dafne. Componendo elementi inconciliabili si può ricostruire quell’affioramento surreale costituito da sei testine, già fitomorfiche, un aryballos, che forse si può versare, due piccole mani sbalzate in piombo, un pennacchio di seta verde.

Così nella storia della scultura da viaggio può ascriversi questo linguaggio, come tratto da un archivio intimista, su rotelle, come avvenne già per la letteratura anti-monumentale e combinatoria di Raymond Roussel: si può vedere un’intera spiaggia attraverso una sfera di vetro (R. Roussel, La vue, 1904, Jean-Jacques Pauvert Editeur, Parigi, 1963)
Nel piccolo kit tutto è necessaire, come in un prontuario alla francese, ottimizzando un horror vacui metà longobardo e metà onirico. Le superfici, vitree di diversa natura e trattenute da lacci elastici, sembrano costituire un privatissimo, ludico catalogo, pronto sempre, come tavola da giocare.
Beatrice Pasquali
Prontuario per metamorfosi
di Beatrice Pasquali








Beatrice Pasquali
Nata a Verona nel 1973 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vince numerosi e prestigiosi premi quali il Premio Giorgio Morandi per l’incisione, il Premio Suzzara Contaminazioni tra linguaggi e tecniche, il Premio Princesse Grace di Montecarlo ed il Premio Arturo Martini per la scultura. Ha esposto in spazi pubblici tra cui la Palazzina dei Giardini di Modena, il Frissiras Museum di Atene e in gallerie sia in Italia che all’estero. È sua l’installazione interattiva per la performance There’s no place like home della compagnia teatrale Fanny & Alexander presso il Teatro Anatomico di Modena e la progettazione della scenografia per il balletto L’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht allestita presso il Teatro Filarmonico di Verona. Immagini di sue opere sono state scelte per le copertine dei cd di Massimo Zamboni Sorella sconfitta, edito da Fandango di Roma con l’opera Tavola delle Fiandre, e L’inerme è l’imbattibile, uscito con Il Manifesto, con l’opera Il fabbricante di cuffie. Il numero 107 della rivista Lettera Internazionale ha scelto come copertina un’altra sua opera così come il numero 6 della rivista Rifrazioni. Le sue opere sono state acquisite nelle collezioni permanenti di musei italiani ed esteri.
Vive e lavora a Verona.