Quando è nato Pablo Picasso, nel 1881, il contesto artistico è in fermento. Ancora sconvolti dall’audacia degli impressionisti, i critici si trovano, intorno agli anni Novanta dell’Ottocento, a confrontarsi con le opere delle avanguardie.
Contesto storico
Tra le informazioni utili a conoscere e approfondire la figura del grande artista, è fondamentale la consapevolezza del contesto storico in cui è cresciuto. Archiviati i soggetti classici in favore di uno studio più approfondito, i pittori tentano i primi passi per rappresentare la realtà così come viene percepita. Cezanne, Van Gogh, Gauguin, sono solo alcuni nomi di coloro che creano un ponte verso ciò che renderà celebre Picasso: il cubismo.
Nascere in un tale contesto è uno stimolo continuo, per Picasso. Neanche il padre, mediocre pittore e detrattore di quelle nuove espressioni artistiche, riesce a instradarlo verso una forma d’arte più tradizionale.
Cubismo
Picasso non si accontenta mai: non è abbastanza, per lui, rappresentare la realtà filtrandola di blu per sottolineare la malinconia della condizione umana, o dipingere il mondo circense di un tenue e delicato rosa per afferrarne l’ingenuità e l’innocenza bambinesca. Picasso fa sue queste informazioni utili, è vero, ma si spinge più avanti, analizza quello che il nostro occhio vede e, per la prima volta, oltrepassa un limite mai varcato in precedenza distruggendo e ricostruendo la realtà secondo un nuovo modo di percepirla. L’obiettivo del cubismo è infatti quello di riprodurre il reale da diversi punti di vista, poiché quello che l’occhio percepisce è solo una parte del soggetto. Questa è una rivoluzione. Artistica e non.
Informazioni utili su Picasso e sul cubismo, in generale, sono riassunte nelle sue opere simbolo: Les demoiselles D’Avignon del 1907 (ndr, in copertina). Una serie di nudi femminili dai volti riecheggianti maschere africane si sovrappongono in un turbinio di corpi e forme geometriche, destabilizzando e affascinando lo spettatore; Il Guernica, rappresentativo della strage avvenuta nell’omonima città basca ad opera della Luftwaffe tedesca, nel 1937, in cui hanno perso la vita oltre duemila persone. Guernica non è soltanto un’opera d’arta ma un vero e proprio manifesto all’attenzione dei governi democratici del periodo.
Contro i luoghi comuni sull’arte
“Gli artisti diventano famosi solo dopo che sono morti.”
Picasso riesce a sfatare questo mito: a quarant’anni è già famosissimo in tutta Europa, e molto ricco. Muore a novantun anni, un’età veneranda tanto per gli anziani di oggi quanto per quelli del secolo scorso.
“Gli artisti sono tutti maledetti, tormentati; e muoiono giovani.”
Picasso non è mai stato un artista maledetto. Certo, ha vissuto un suo periodo Bohemien a Parigi. Tante sono le storie che raccontano le sue turbolente vicende amorose; di come soggiogasse le donne con il suo carisma e la sua tendenza al controllo, un vero mix di razionalità e passione. Possiamo azzardare che, più che verso se stesso, Picasso trasferisse il suo tormento alle persone a lui vicine. Diverse sue compagne si tolgono la vita a causa dell’ossessione nei suoi confronti; altre ancora escono di senno.
Picasso è, nella storia dei pittori, tra le poche figure conosciute oltre i margini del mondo artistico: tutti sanno chi è Picasso, tutti sanno che è un artista, magari non ne conoscono le opere, ma il suo nome è conosciuto e, anche se non lo si è visto, si ha un’idea di cosa sia il Guernica. Non è da solo. Si trova, in questo particolare Olimpo, insieme a Michelangelo, Leonardo, Van Gogh, Giotto. Un ristretto circolo delle cui conversazioni non si potrebbe mai neanche immaginare l’immensità.