Ogni appassionato lettore lo sa già, o almeno lo sente: non solo leggere gli piace, ma gli è utile, nel senso che lo fa stare meglio. Ed è sempre cosa buona e giusta, ogni tanto, ricordare a noi stessi e agli altri perché leggere fa bene.
Il pensiero e la parola
La mente umana è miracolosa. Perfino in questi tempi di progressi incredibili sul fronte dell’intelligenza artificiale, in realtà non esiste ancora nessuno strumento costruito dall’uomo che sia paragonabile, per efficienza e velocità, al nostro cervello. Ma il pensiero non è un oggetto astratto per conto suo, bensì ha molto a che vedere con la parola. Se cresce la nostra capacità di leggere e comprendere frasi, paragrafi, testi complessi, interrelazioni tra frasi diverse, anche il pensiero si raffina e raggiunge obiettivi sempre più ambiziosi e appaganti.
Solo una questione accademica? Eh no. Perché nel momento in cui siamo in grado di dare forma alle nostre idee, di raccontare nel modo giusto le emozioni, i dubbi, le epifanie, le esperienze, allora la soddisfazione è grande. Quindi, perché leggere fa bene? Ma perché questo talento che assorbiamo dalla lettura diventa un ponte con gli altri, un modo per condividere e farsi capire.

Empatia, che di questi tempi vuol dire molto
In realtà, alla solita domanda “perché leggere fa bene?” se ne potrebbe aggiungere un’altra: “bene a chi?”. Beh, sorpresa: non solo a chi legge, ma anche agli altri. Perché una persona che legge diventa più empatica, più propensa a mettersi nei panni altrui (se ne parla ad esempio nell’affascinante saggio Proust e il calamaro di Maryanne Wolf edito da Vita e Pensiero). Un lettore forte, soprattutto se eclettico, sa immedesimarsi in più punti di vista e applica questa sua peculiarità anche nella vita quotidiana. Diventa più comprensivo, più disposto a valutare con calma. Non rinuncia al proprio pensiero sul mondo né alla propria identità storica e culturale, ma fa della tolleranza un principio importante.
Perché leggere fa bene, ci si chiede ancora
Sì, lo chiedono soprattutto i non-lettori un po’ scettici. Beh, si legge per divertirci e scatenare endorfine che regalano un senso di benessere. Per identificarci con personaggi vicini a noi, e di conseguenza provare emozioni profonde. Per sfidare noi stessi e provare a indovinare come potrebbe andare a finire la storia, cosa succederà in quel tale momento, chi è stato l’assassino e perché ha commesso il delitto, cosa si nascondeva dentro la valigetta misteriosa. Per sapere qualcosa in più del nostro passato, della storia del mondo. Per indagare cosa facevano popoli scomparsi e avventurieri misconosciuti, poetesse perseguitate e imperatrici dispotiche. Per viaggiare con la mente in terre lontane e mondi metropolitani, per catturare l’emozione di una poesia che ci scruta nell’anima, per imparare a curare meglio quell’hobby che ci appassiona, per…
… che faccio, continuo?
