Nella seconda serata di Sanremo 2023 c’è un gradito ritorno, quello di Drusilla Foer, che l’anno scorso ha co-condotto il Festival della canzone italiana. Drusilla non è sola, con lei Pegah, attivista italo-iraniana. Sanremo è la vetrina giusta per messaggi importanti, e ieri sera il messaggio di queste persone straordinarie era portatore di libertà per le donne iraniane.
Pegah Moshir Pour e le donne iraniane
Come detto, Pegah è un’attivista italo-iraniana. La morte di Mahsa Jina Amini, arrestata e uccisa per il semplice sospetto di non indossare correttamente il velo, ha dato nuova linfa alla sua lotta per i diritti umani in Iran, Paese sotto il regime dell’ayatollah, sorretto dal braccio armato della polizia morale.
Che parole strane da vedere insieme, vero?
Polizia morale.
Qualche piccola definizione
Ecco, nel dubbio su cosa possano esattamente significare questi termini, qui nell’Occidente di tutti i giorni, basta rivolgersi a un Treccani per avere tutte le risposte.
Polizia: Il termine Polizia indica l’insieme delle attività svolte dai corpi militari e civili dello Stato con cui cerca di rimuovere ed evitare tutto ciò che disturba la tranquilla e ordinata convivenza civile.
Vocabolario Treccani
Verrebbe allora da chiedere come un hijab possa disturbare la convivenza civile. In che modo un canto libero per le strade, un bacio, una danza, riescano a turbare la vita comune. Ma forse – forse, eh – per capirlo bisogna analizzare l’altro termine. Fortunatamente, il vocabolario giunge sempre in aiuto dei curiosi. Sul Treccani, la definizione è lunghissima. Eccone qui un breve estratto, con un colpo di scena.
Morale: una scelta consapevole tra azioni ugualmente possibili, ma alle quali compete o si attribuisce valore diverso o opposto (bene e male, giusto e ingiusto).
Vocabolario Treccani
Dunque, la morale presuppone una scelta, demandata al singolo individuo.
Attenzione, però, perché esiste anche una definizione estesa, di morale, riferita proprio al rispetto di alcune norme adottate da una collettività.
Espressione che è stata usata a designare l’atteggiamento e il comportamento di sette o di correnti religiose le quali, mentre esigono che il singolo, nella sua interiorità, rispetti le istanze più severe della morale, nello stesso tempo, inserendolo in un sistema di rapporti sociali e politici, gli impongono di adeguare la sua condotta esterna alle esigenze della società, comunque egli senta nell’interiorità della coscienza.
Vocabolario Treccani
Ed ecco qui, la parola che fonda il regime: l’imposizione, comunque ci si senta. Sopra ogni tuo stato d’animo, al di là dei tuoi stessi desideri. Eccola, la lotta di Pegah, ciò che spinge dal profondo il suo agire e le parole spese a Sanremo 2023.
Pegah e Drusilla, a Sanremo 2023 per citare Baraye
La canzone vincitrice dei Grammy 2023, sulle labbra di Drusilla e Pegah rafforza ancora di più la sua natura di manifesto rivoluzionario. Ciò che non deve sfuggire, però, è la qualità delle rivendicazioni, perché danno la cifra di quella morale resa norma a dispetto dell’interiorità della coscienza. Solo che qui non si parla più di coscienza, ma di una vera e propria mutilazione della libertà.
Qui il testo integrale della canzone. Baraye significa per, che in italiano indica una corrispondenza. Ecco, ogni corrispondenza ha la sua pena.
Per ballare nei vicoli
Per il terrore quando ci si bacia
Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle
Per cambiare le menti arrugginite
Per la vergogna della povertà
Per il rimpianto di vivere una vita ordinaria
Per i bambini che si tuffano nei cassonetti e i loro desideri
Per questa economia dittatoriale
Per l’aria inquinata
Per Valiasr e i suoi alberi consumati
Per Pirooz e la possibilità della sua estinzione
Per gli innocenti cani illegali
Per le lacrime inarrestabili
Per la scena di ripetere questo momento
Per i volti sorridenti
Per gli studenti e il loro futuro
Per questo paradiso forzato
Per gli studenti d’élite imprigionati
Per i ragazzi afghani
Per tutti questi “per” che non sono ripetibili
Per tutti questi slogan senza senso
Per il crollo di edifici finti
Per la sensazione di pace
Per il sole dopo queste lunghe notti
Per le pillole contro l’ansia e l’insonnia
Per gli uomini, la patria, la prosperità
Per la ragazza che avrebbe voluto essere un ragazzo
Per le donne, la vita, la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Dice Pegah che la parola Paradiso deriva dall’iraniano, vuol dire giardino protetto.
Ciò che accade in Iran tutti i giorni ha fatto della protezione una costrizione, trasformando in inferno il paradiso. E prima di ragionare su quanto masticata sia questa retorica trasformazione, pensa a una nuovo modo per parlare d’inferno, una definizione secondo cui per non accettare chi sei, a prescindere da chi sei, ti spoglia di ogni cosa che ti rappresenta.
L’inferno è quel posto dove non sei nessuno.
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