Quello dell’inquinamento da plastica del mare è un problema sempre più urgente e che coinvolge tutti. La contaminazione dell’ambiente marino è ormai talmente avanzata, che gli scienziati hanno stimato che nel 2050 nel mare ci sarà più plastica che fauna.
Come provare a risolvere il problema? Un passo in avanti molto importante lo ha fatto Ogyre, la prima piattaforma italiana impegnata nella raccolta dei rifiuti di plastica presenti in mare.
Ma Ogyre non “pesca solo i rifiuti”, anzi, con il contributo di partner e Ong, si occupa anche del loro smaltimento e riciclaggio, tanto da trasformare la plastica raccolta in costumi da bagno e borse.
La missione di Ogyre
Ogyre è una startup tutta italiana, fondata nel 2021 da Antonio Augeri e Andrea Faldella, e che in poco più di un anno e mezzo ha già recuperato oltre centomila chili di plastica tra le acque marine di Italia, Indonesia e Brasile. Ma l’obiettivo di Ogyre è quello di raccogliere ben 4 milioni di chili di rifiuti entro il 2025.
La piattaforma deve il suo nome dalle ocean gyres, le correnti oceaniche fondamentali per l’ecosistema marino, conosciute anche perché sono le responsabili della creazione di vere e proprie “isole di rifiuti galleggianti” in mezzo all’oceano, gli stessi rifiuti che “raccolgono” dalle spiagge.
La missione di Ogyre è perciò quella di ripulire i mari da questi cumuli di rifiuti e per farlo ha ideato un sistema virtuoso che coinvolge direttamente i pescatori, i quali, dietro compenso, “pescano” i rifiuti e li portano a terra, dove vengono smistati, catalogati e smaltiti.
Nel progetto sono coinvolti diversi istituti di ricerca, partner finanziari e Ong, i quali di fanno carico delle spese, specie quelle di smaltimento, sollevando i pescatori da ogni responsabilità. In Italia, infatti, i rifiuti marini sono considerati rifiuti speciali e il loro smaltimento è un impegno troppo grande per i singoli pescherecci, tanto che i pescatori spesso sono costretti a rigettare in mare i rifiuti pescati.
I marine litter di Ogyre
A oggi, Ogyre conta 12 dipendenti, 55 flotte e 80 pescatori attivi da una parte all’altra dell’oceano ed è famosa anche per i prodotti che crea dai marine litter, ovvero dai “rifiuti di mare”. Infatti, con due chili di plastica Ogyre realizza un costume da bagno mentre con un chilo crea una borsa.
Quella di Ogyre è una missione a larga scala e in continua evoluzione, che vuole coinvolgere sempre più persone e portarle a fare la loro parte nella salvaguardia del mare. Chiunque lo desideri, può andare sul sito della piattaforma e finanziarla, in questo modo, oltre a contribuire a rendere gli abissi più puliti, si può studiare lo stato di salute del mare e l’impatto dei rifiuti sugli ecosistemi marini.
A maggior ragione se si considera che ogni anno in mare vengono dispersi 8 milioni di plastica e che essa, degradandosi, viene ingerita dagli animali e risale così la catena alimentare fino a raggiungere l’uomo.