No sleep till Shengal è il nuovo fumetto di Zerocalcare in uscita oggi per Bao Publishing. Shengal, o Sinjar, o Shingal, è una piccola regione irachena protetta dai militi curdi, al confine con la Siria; lì vive la comunità degli ezidi, meta del viaggio che l’autore ha compiuto nella primavera del 2021.
Il fumetto di Zerocalcare per il 2022
Dalla sinossi: “Questo libro a fumetti è la fotografia di un momento geopolitico preciso, in cui un manipolo di persone si oppone allo strapotere di chi chiama “terrorismo” ogni tentativo di resistenza, mentre gli assetti di potere cambiano lentamente, e il sogno del confederalismo democratico in un pezzetto troppo spesso dimenticato di Mesopotamia rischia di svanire per sempre, nell’indifferenza assordante dell’occidente“.
No sleep till Shengal è una storia che mette in luce il valore della resistenza. I membri della comunità ezide combattono da anni una lotta per il riconoscimento della loro autonomia, lottando contro lo Stato Islamico che vorrebbe ridurli al silenzio.
Un esempio di continuità
Zerocalcare si è fatto carico di questa storia, proprio come nel 2016 si fece carico di un’altra storia, quella della regione del Rojava e della resistenza curda, in Kobane calling. Proprio come allora, l’artista romano attinge alla sua esperienza diretta, si fa testimone degli orrori visti perché vengano riconosciuti.
C’è da chiedersi come faccia a non perdere mai l’ironia. Sottile e pungente come un chiodo, capace di portare a galla ogni contraddizione di ideologie e governi, è il tratto distintivo di Zerocalcare, un modo di raccontare che non è mai del tutto serio eppure lo è, capace di suscitare una risata e poi, dopo un attimo, far piombare tutto nel più assoluto silenzio. Perché forse, da ridere, non c’è proprio niente.
Quale ruolo per il fumetto, oggi?
Con l’uscita ufficiale in Italia del suo nuovo fumetto e alla luce del successo di Strappare lungo i bordi, su Netflix, è necessario fare una riflessione sul nuovo modo che il mondo delle vignette ha trovato per comunicare con suoi lettori.
Per tanto tempo la cultura del fumetto ha rappresentato più di ogni altra l’evasione. Prima i bambini, ogni mercoledì in edicola per la loro copia del Topolino. Poi i più grandi con i supereroi, gli indagatori dell’incubo, le donne con indosso panni da soldato e tutto ciò che è possibile associare avventure sempre diverse, lontane, fantasiose. Alcune di queste avventure sono poi state trasposte in adattamenti televisivi, i destinatari sempre loro, i piccoli. Solo negli ultimi anni la cultura del fumetto in televisione ha potuto interessare anche un altro tipo di pubblico, più maturo. Tuttavia, lo scopo del fumetto o di quanto portato sul piccolo schermo non è mai cambiato: intrattenere, evadere.
Quanto ci racconta Zerocalcare, invece, va al di là del ruolo intrattenitore del fumetto. Oltre la simpatia che il suo ricco mondo interiore suscita, l’autore deposita nelle tavole la sua esperienza diretta, ciò che disegna non può essere classificato, dunque, come un prodotto per il solo piacere della lettura, ma diventa un vero e proprio mezzo di informazione con cui coinvolgere il lettore in dibattiti di sensibilità e coscienza civile. Non un’evasione, bensì una cattura. Senza metafore e senza sconti.