Gianni Minà lascia un vuoto nel mondo del giornalismo. Personalità poliedrica, era anche scrittore e conduttore televisivo.
In 60 anni di carriera, Gianni Minà ha intervistato le più grandi personalità dello spettacolo, dello sport e della scena mondiale in generale. Dopo una malattia cardiaca breve ma letale, muore a Roma alla clinica Villa del Rosario.

Gianni Minà, dagli esordi a Tuttosport al premio Saint Vincent consegnato da Pertini
Classe 1938, Gianni Minà è una delle grandi firme del giornalismo italiano che lega il nuovo secolo al Novecento. Ha visto il mondo cambiare raccogliendo le più importanti testimonianze del mutamento.
Nato come giornalista sportivo di Tuttosport, di cui è stato direttore dal 1996 al 1998, mette in piedi negli anni Ottanta, su Rai 2, il programma Blitz, grande scena calcata da personalità importanti come Gabriel Garcia Marquez, Federico Fellini, Jane Fonda, Muhammad Alì.
La sua intensa attività da documentarista (attivo in special modo per quanto riguarda la zona relativa all’America Latina) gli è valsa, nel 1981, non soltanto il premio Saint Vincent consegnato dall’allora Presidente Pertini, ma anche, nel 2007, il premio Kamera per la Berlinale alla carriera.
I momenti più importanti, da Fidel Castro a Muhammad Alì, che hanno consacrato Gianni Minà nel mondo del giornalismo
Gianni Minà ha sempre prestato attenzione alle storie particolari. Il suo attaccamento all’America Latina, con tanto di rivista omonima di cui è stato il direttore, gli ha permesso di intervistare Fidel Castro, un’intervista lunghissima di ben 16 ore. Da questa, il documentario Fidel racconta il Che.
L’incontro con Muhammad Alì, invece, è stato per il boxeur un importante momento per mettersi a nudo e raccontare una storia di rivalsa e parità, la lotta a un razzismo riservato ai neri che, pur riconoscendo in Alì un grandissimo campione, non riusciva ad andare oltre il colore della pelle. Così, intervistando l’atleta, Minà ha saputo dargli voce e merito, e tutta la stima che si riserva ai fuoriclasse.
Gianni Minà, un vuoto che si farà sentire
La produzione letteraria di Gianni Minà è intensa, densa, ricca di storie e di un passato che aiuta a ricostruire il secolo scorso nei suoi passaggi più delicati. La perdita di una grande firma del giornalismo, specialmente quando dal giornale puro si passa alla documentaristica, alla televisione, è resta una voragine da colmare con passione e sì, fatica.