Cormac McCarthy si spegne all’età di 89 anni. Con lui vanno via le sue parole dure, taglienti ma soprattutto veritiere, il suo stile cupo e tutta la genialità di un autore che ha saputo ben interpretare i tempi in corso.

Cormac McCarthy, una penna di spicco in America e nel mondo
Superfluo decantare il talento di Cormac McCarthy. La sua è una penna che si distingue in America e nel mondo, al punto che più volte si vocifera sia stato in aria di Nobel per la letteratura.
McCarthy, nei suoi libri, ha sempre giocato con concetti scomodi, cupi: la vita, la morte, l’incesto, situazioni estreme che conducono a estreme conseguenze. Leggere Cormac McCarthy è un po’ come vivere una versione spesso macabra di …e se, qualcosa di buio che però è reale in maniera sconcertante.
Allora: …e se ci fossero solo una strada, una tragedia che ha cancellato il mondo, un padre, un figlio e una pistola? E se la vita fosse condizionata da un amore sconcertante e proibito, quanto senso avrebbe continuare a esserci, a esistere da soli? E se una singola scelta sbagliata fosse capace di condizionare tutto il resto?
La parola di McCarthy
In un’epoca governata dall’incertezza delle proprie affermazioni, uno scrittore come Cormac McCarthy si presenta, nel suo essere outsider e scomodo, come una roccia. La sua era una voce in grado di far emergere gli scogli dal mare, permettendo al lettore di navigare a vista nella tempesta che è la natura umana.
Spesso duro, crudo, senza mezzi termini, McCarthy ha sempre discusso dei temi più scomodi con onestà disarmante, riabilitando quella scorrettezza, tutta propria degli scrittori geniali, che sbatte in faccia a chi legge la polvere nascosta sotto al tappeto.