Si spegne Andrea Purgatori, una tra le firme più illustri del giornalismo contemporaneo ed esempio di professionalità e amore per la verità.
Andrea Purgatori ha testimoniato la storia fin dal 1974, quand’è diventato giornalista. Reporter di guerra, penna sotto gli articoli più scottanti degli Anni di Piombo, autore di programmi culturali, documentari, inchieste. Il suo lavoro è encomiabile ed encomiato, la sua scomparsa apre una voragine nel mondo dell’informazione.

Andrea Purgatori, la carriera
Andrea Purgatori, 1953, Roma. Diventa giornalista nel 1974 e consegue poi un Master in giornalismo presso l’università Columbia, a New York. Dal 1976 al 2000 lavora al “Corriere della sera” come inviato dedicandosi al tema delicato del terrorismo, internazionale e soprattutto italiano. Sono, quelli, gli Anni di Piombo, in Italia questo passa alla storia come il periodo dello stragismo, segnato dagli avvenimenti di Ustica, dal caso Aldo Moro.
Negli anni, Andrea Purgatori collabora anche con altre testate di spessore quali “The Huffington post”, “L’Unità”, “Vanity Fair”, e appone la sua firma a programmi televisivi realizzando servizi per Dossier, Focus, Confini, sulla rete nazionale.
Partecipa alle sceneggiature di alcuni film importanti quasi Il muro di gomma, riconosciuto con il Nastro d’Argento nel 1992, avente per tema proprio la strage di Ustica. In ambito cinematografico non ha mai avuto paura di prendere decisioni, come dimostra il ritiro della sua firma sotto la scrittura del film Vallanzasca.
Conduttore di Atlantide, programma premiato su La7, Andrea Purgatori ha recentemente partecipato come protagonista nella docuserie Netflix Vatican girl, incentrata sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Andrea Purgatori, così dice addio la vecchia guardia
Quest’anno non è stato buono con i giornalisti. Si potrebbe quasi parlare di ricambio generazionale, ma a pensar bene è anche giusto riflettere sul fatto che, con Andrea Purgatori, va via un importante testimone della storia italiana e internazionale degli ultimi 50 anni circa. L’eredità di Andrea Purgatori è indubbiamente di spessore: competenza, metodo, intraprendenza e sì, un modo investigativo e solido di fare inchiesta.
Arrivederci, maestro.