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    Maschere veneziane: perchè a Carnevale si festeggia questa tradizione?

    Redazione Other SoulsDi Redazione Other Souls24 Febbraio 2022Nessun commento4 Minuti di lettura
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    Le maschere veneziane nascono con la festività del Carnevale, uno dei più antichi e colorati eventi culturali della Serenissima. Durante tale evento, veniva incoraggiato l’anonimato, dando la possibilità a chiunque di divertirsi e sbeffeggiare gli altri senza essere riconosciuto. L’occasione era perfetta per soddisfare ogni tipo di estro, capriccio o vizio. E così, i membri di ogni classe sociale ne approfittavano per compierne di tutti i colori. In definitiva, il Carnevale e le sue maschere furono introdotti dal Patriziato per dare al popolo una valvola di sfogo.

    Maschere veneziane: una storia che inizia nel Medioevo

    La primissima testimonianza scritta del Carnevale di Venezia risale al 1094. È il documento di un Doge che descrive dei divertimenti pubblici. Il Carnevale diventa ufficialmente una festività nel 1296, per editto del Senato della Repubblica. Ogni anno, per secoli e secoli uomini e donne mascherati si aggirano per le piazze e i canali di Venezia per sei settimane: dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri.

    Le maschere consentono di liberarsi dai ruoli quotidiani ed eventualmente di compiere malefatte o veri e propri crimini. Infatti, presto l’aristocrazia introduce delle leggi che limitano la libertà di comportamento e gli eccessi. Soprattutto, introducono il divieto di trasportare armi sotto il tabarro, il mantello a cui le maschere sempre si accompagnavano. Ma le maschere hanno anche un felice impatto sull’economia. Nasce infatti una nuova classe di artigiani: i mascareri. Questi sono specializzati nella realizzazione di maschere e il loro mestiere viene ufficialmente riconosciuto con uno statuto nel 1436.

    Il secolo a cui il Carnevale e le maschere Veneziane sono più associate più di frequente è sicuramente il XVIII secolo. Nel ‘700, Venezia è una città estremamente raffinata dal punto di vista artistico e culturale, ed è una della più popolate al mondo. È questo il secolo in cui visse uno dei veneziani più famosi di sempre: Giacomo Casanova, famoso, tra l’altro, per il grande amore verso la sua città e per la fuga dalla prigione dei Piombi.

    Maschere, mascherati e spettacoli in maschera

    La Bauta era uno dei travestimenti più diffusi. Consisteva in una maschera molto semplice, dal mento allungato. Le sua forma particolare modificava la voce e consentiva di bere e mangiare senza rimuoverla dal viso, garantendo l’anonimato più assoluto.

    La Gnaga era un travestimento da donna per gli uomini. Prevedeva indumenti femminili qualsiasi e una maschera da gatta. Chi la indossava doveva, emettere miagolii e suoni striduli per sbeffeggiare gli altri mascherati. Era possibile aggiungere un cesto contente un gatto, come accessorio. A volte, la Gnaga era accompagnata da altri uomini, travestiti però da bambini.

    Le donne, invece, spesso si travestivano da Moretta. Questa è la maschera più semplice e “povera” di tutte. Un semplice ovale con due fori per gli occhi, privo di bocca. La particolarità era il modo in cui andava indossata: reggendo tra i denti un bottone posto, appunto, all’altezza delle labbra. Questo impediva alle Morette di parlare, e, in teoria, accresceva il loro fascino.

    A partire dal XVI secolo circa le maschere e gli spettacoli in maschera crebbero notevolmente in numero e professionalità, evolvendosi infine nella Commedia dell’Arte. Da lì provengono Pulcinella, Arlecchino, Colombina, Pantalone e tutti gli altri.

    Maschere veneziane: perché limitarsi al solo Carnevale?

    La maschera e le sue funzioni sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo anche grazie alla meravigliosa tradizione teatrale italiana. Se l’idea di immegervi nel mondo dell’antica e mascherata Venezia vi stuzzica, vi suggeriamo due letture. La prima è Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, commedia in prosa messa in scena per la prima volta nel 1761. La seconda è Gli occhi di Venezia, di Alessandro Barbero, un romanzo moderno ambientato nella Venezia del ‘500, perfettamente ricostruita dalla penna dello storico piemontese.

    Par che ognuno di Carnevale
    a suo modo possa far,
    par che ora non sia male
    anche pazzo diventar.

    Carlo Goldoni, La stagion del Carnevale
    due maschere veneziane - foto
    Fonte: wikipedia

    Carnevale maschere maschere veneziane venezia
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