Atemisia Gentileschi non è solo una pittrice o una grande artista, ma anche un simbolo di orgoglio per molte donne.
Figlia del pittore Orazio Gentileschi farà strada nel modo dell’arte, ambiente che al tempo vedeva un limitato l’accesso alle donne, attraverso numerose restrizioni. Nonostante gli abusi del collega del padre, il pittore Agostino Tassi, e le conseguenti umiliazioni dovute al processo per stupro, Artemisia sarà una donna forte e capace di trasmettere con la propria arte una condizione femminile che, ancora oggi, si manifesta e che ritroviamo nella storia delle donne.
Fu proprio lei la prima donna ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze nel 1666 e, attraverso la sua arte, le rinunce e la determinazione è diventata un simbolo di affermazione ed emancipazione femminile, trasmessa nelle sue tele attraverso l’uso anche del nudo femminile.
La scoperta dell’opera dietro la censura
Casuale e inaspettata è stata la scoperta che celava lopera L’Allegoria dell’Inclinazione datata 1616, realizzata da Artemisia Genstileschi presso il soffitto della Galleria del Museo Casa Buonarroti a Firenze.
Da Ottobre 2022 a aprile 2023, questa incredibile opera della celebre artista, attualmente rimossa dal soffitto della Galleria, verrà restaurata in pubblico, direttamente nel Museo.
Questo dipinto, commissionato da Michelangelo Buonarroti il giovane, nipote del celebre Michelangelo, è parte delle allegorie che mostrano episodi della vita del celebre pittore.
La tela realizzata da Artemisia, mostra nella sua versione originale una donna nuda avente in mano una bussola, con il viso illuminato dalla Stella Polare e incorniciato da biondi capelli.
Artemisia Gentileschi ha vissuto in un mondo in cui le donne non potevano studiare anatomia – una restrizione di genere che sarebbe rimasta in vigore fino ai primi anni del Novecento. Il dipinto con il nudo dell’Inclinazione mostra sia il talento artistico di Artemisia che la sua capacità, in quanto donna, di mettere il corpo femminile al centro della tela.
Margie MacKinnon
La somiglianza con l’artista è evidente e confrontabile con altri suoi dipinti. Artemisia era solita diventare la protagonista delle sue stesse opere, una sua personale elaborazione manifesta dei soprusi subiti. In questo caso, il presunto autoritratto diventa celebrazione dell’artista stessa e del suo talento pittorico.
Il dipinto, troppo carico di sensualità per i tempi, fu coperto con dei drappi. Un lavoro commissionato da Leonardo Buonarroti, nipote del committente, vedendo come incaricato della modifica, il Volterrano, Baldassarre Franceschini, intorno al 1680 circa.
Arte e tecnologia unite per un progetto interattivo
La ristrutturazione sarà interattiva e avverrà in pubblico per vivere l’esperienza di scoprire con i propri occhi la scienza del restauro. Prevista da settembre 2023 a gennaio 2024, ed eseguita direttamente nel Museo, grazie alle tecnologie all’avanguardia di imaging multispettrale e diagnostica, consentirà ai visitatori di vedere riprodotto virtualmente l’aspetto originario di questa eccelsa opera.
La scoperta dell’opera originaria e la sua divulgazione fa parte di Artemisia UpClose, un progetto con l’obiettivo di promuovere il recupero delle opere eseguite da artiste donne e sponsorizzato dalla fondazione Calliope Art, ente che promuove la conoscenza pubblica e il riconoscimento di arte, letteratura e storia sociale da una prospettiva al femminile. Tutto questo sarà possibile grazie anche alla collaborazione con il collezionista britannico Christian Levett.
La censura dell’arte presente ancora oggi
Non è una questione lontana dai nostri giorni,quella della censura. Anche oggi, nell’era dei social network, ci sono stati altri episodi che hanno visto il nudo pittorico protagonista di censura. E sono le stesse donne che nella storia hanno subito “ritratti” sconvenienti e screditanti che possono ritrovare nei nostri tempi una rivalsa. Numerosi sono gli esempi, basti pensare a Ipazia, Salomè o Marie Curie. Una sorta di battaglia continua che oggi, grazie a questo progetto, troverà la sua piccola rivincita.
L’attesa è breve e finalmente, a fine restauro, tutti potranno ammirare il capolavoro di un’artista che per troppo tempo è stata considerata di serie b, nonostante il suo importante contributo al mondo dell’arte.
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