Una flessione che fa riflettere e preoccupa, nel quadro delle difficili congiunture economiche in atto; ma prima di far scattare il campanello d’allarme, occorre analizzare i dati e le prospettive per il futuro. Già, perché non mancano anche delle sorprese inaspettate.
Il 2022 a confronto con gli altri anni
Nei primi mesi di quest’anno sono state vendute 70,905 milioni di copie. Rispetto a quelle del 2021, attestate a 72,126 milioni, troviamo una flessione dell’1,7%. Numeri che potrebbero scoraggiare, se non fosse che fanno riferimento ai primi nove mesi del 2022. Il periodo natalizio potrebbe riservare sorprese.
Ma soprattutto, la flessione non dà adito allo sconforto, se si prendono i dati degli anni precedenti. Nel 2019 le copie vendute sono state 61,141 milioni, mentre il 2020 (complici Zone Rosse e restrizioni nell’esplosione della Pandemia) indossa una maglietta nera con 54,980 milioni di copie vendute. Il 2021 è stato decisamente un anno d’oro.
La spesa in acquisto libri nei canali trade registra un -1,9% rispetto al 2021, ma rispetto al 2019 è in aumento (+14,4%).
A creare preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, come sta accadendo in diversi settori, è l’incidenza della crisi energetica sui costi produttivi, in particolare sulla carta. Problemi che ricadono a cascata su tutta la filiera. Tuttavia, le sfide sono ancora aperte.
Il post-pandemia: un bilancio positivo
I cali di vendita dei libri vanno inseriti in un più ampio quadro di riflessione. Nel 2021 l’editoria si conferma la prima industria culturale del Paese con vendite complessive pari a 3,429 miliardi di euro (+10,7%).
In Europa il nostro Paese si piazza ben al quarto posto, dietro a Germania, Regno Unito e Francia. Dati che sorprendono, se si considerano quelli relativi agli indici di lettura.
Gli italiani che dichiarano di aver acquistato libri di carta negli ultimi 12 mesi sono il 48% sulla popolazione di età compresa tra i 15 e i 74 anni; il 51% se si includono anche ebook e audiolibri. Il 49 per cento non compra libri (e magari alcuni sono lettori disaffezionati che potrebbero riacquistare l’amore per le letture, seguendo questi consigli).
Chi legge più di sette libri l’anno è il 32% dei lettori, che genera il 59% delle vendite.
I dati comprendono, oltre il mercato trade, il comparto educativo, il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet) e l’export di libri. Il mercato trade nel 2021 valeva 1,701 miliardi, registrando un +16% rispetto all’anno precedente. Il comparto educativo (libri scolastici di adozione) 780,1 milioni di euro (+5,1%). Banche e dati e servizi Internet hanno incassato 335 milioni euro (+6,1%).
In aumento anche l’ecommerce: i titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono stati nel 2021 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente.
La crescita dei cartacei
Il 2021 ha visto un aumento del cartacei a discapito degli ebook. Nel 2020, sono stati 69mila608 i titoli cartacei e 52mila373 i digitali; nel 2021, i cartacei 81mila892, gli ebook 49mila926. Per il 2022 aspettiamo i dati definitivi, anche se il profumo della carta sembra richiamare nuovamente a raccolta i lettori e le lettrici. E gli ebook restano comunque i libri del futuro?
Il futuro dell’editoria italiana
Le vendite in calo dei libri riferite ai primi nove mesi del 2022 portano a reazioni importanti. Una premessa molto positiva: l’aumento delle traduzione di libri italiani. Nel 2020, ultimi dati disponibili, sono stati venduti 8.586 titoli e comprati 9.127 titoli. L’Italia guarda all’estero, tanto che nel 2023 il Paese sarà ospite d’onore alla Fiera del libro di Parigi e nel 2024 alla Buchmesse.
Un altro trend positivo: l’aumento dei fumetti, genere snobbato per anni che ultimamente sta avendo un suo riconoscimento. Nel 2021 sono stati pubblicati 3.272 titoli (+38,4% rispetto al 2010). Nel 2000 i titoli pubblicati erano stati 304. Ventate di freschezza nell’editoria italiana? La risposta affermativa va di pari passo con lo sguardo al futuro. E non sarà il calo registrato a frenare gli obiettivi dell’editoria italiana.
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