Il suffragio femminile, ovvero il diritto di voto alle donne, è una conquista recente della nostra storia, a cui si è arrivati con un cammino lento e tortuoso, grazie alle lotte, ai sacrifici e alle sofferenze delle numerosissime donne che si sono battute per emanciparsi dalla condizione di sottomissione a cui sono sempre state relegate dal patriarcato, rivendicando la loro dignità umana e sociale. Libri e diritto di voto alle donne: quali sono? Ecco di cosa parliamo.

Quali fondamentali diritti erano negati alle donne prima di conquistare il dititto di voto?
Il codice civile italiano del 1865, detto codice Pisanelli, con l’articolo 134, sancisce il principio dell’ Autorizzazione maritale, per cui una moglie non poteva “donare, alienare beni immobili, sottoporli ad ipoteca, contrarre mutui, cedere e riscuotere capitali, costituirsi sicurtà, né transigere o stare in giudizio relativamente a tali atti”, senza il via libera del coniuge.
Soltanto nel 1919 si ottiene un’importante svolta giuridica: con l’abolizione dell’articolo 134, viene meno la totale affermazione della potestà maritale e le donne sono finalmente legittimate a compiere atti e prendere decisioni di carattere contrattuale senza l’autorizzazione del marito.
Tuttavia, le donne restano ancora per lungo tempo escluse dalla vita politica e dalla possibilità di ricoprire ruoli, impieghi e cariche pubbliche riservati al solo universo maschile. Il giogo della società patriarcale appare però come un fardello sempre più pesante da sostenere, tanto che i movimenti femministi, nati per contrastare le discriminazioni, le disuguaglianze e la subalternità delle donne, diventano sempre più forti e vedono scendere in campo un crescente numero di donne.
Nel XIX° secolo in tutt’ Europa si diffondono i movimenti per l’emancipazione femminile finché nel 1872, nel Regno Unito, nasce il vero e proprio movimento delle “Suffragette”
Si comincia a parlare delle suffragette soprattutto dopo l’episodio di inizio Novecento, che ha visto come protagonista Emmeline Pankhurst, arrestata per aver protestato in favore delle donne davanti a Buckingham Palace.
Nei primi decenni del XX° secolo il movimento delle suffragette prende piede anche in Italia, ma è soprattutto durante le due guerre mondiali che le donne riescono a dar prova del loro coraggio alla società maschile. Durante gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale, è stato determinante il ruolo ricoperto dalle donne all’interno della resistenza partigiana, combattendo in prima linea, rischiando e sacrificando la propria vita in nome della libertà.
Quando viene conquistato ed esercitato per la prima volta in Italia il diritto di voto?
Il 1° febbraio 1945 viene emanato il decreto legislativo n. 23 che conferisce il diritto di voto alle donne con più di 21 anni. L’eleggibilità delle donne — quindi non solo la possibilità di andare a votare — viene stabilita, invece, con un decreto successivo, il numero 74 del 10 marzo del 1946. Le donne italiane votano per la prima volta il 2 giugno del 1946, in occasione del referendum istituzionale monarchia-repubblica.
Tre libri sul diritto di voto alle donne per ripercorrere la conquista
Tra i libri sul diritto di voto alle donne ecco Per il voto alle donne. Dieci anni di battaglie suffragiste in Italia (1903 – 1913), divenuto un punto di riferimento importante per le nuove generazioni. L’autrice, Debora Migliucci, attraverso l’analisi di fonti diverse (dalla pubblicistica femminile dell’epoca a prove documentarie e bibliografiche), offre una variegata panoramica delle voci e dei punti di vista delle donne del tempo, concentrandosi in particolar modo sulle vicende del movimento suffragista italiano, ripercorre le tappe fondamentali di un lungo e doloroso processo nato con l’Unità d’Italia e conclusosi soltanto dopo la liberazione dal fascismo.
Un altro tra i libri sul diritto di voto alle donne è quello di Giulia Galeotti, Storia del voto alle donne in Italia. Alle radici del difficile rapporto tra donne e politica, affronta il tema del suffragio femminile in Italia attraversando due fasi: gli anni che vanno dall’Unità al fascismo e il biennio 1945-1946. L’autrice avanza l’ipotesi che esista una differenza tra i paesi che hanno ammesso gradualmente le donne al voto e quelli come l’Italia, dove invece esso è stato concesso tardi e tutto in una volta.
Nella prima parte si ripercorre il dibattito interno ai movimenti emancipazionisti e suffragisti e gli argomenti che stavano alla base della richiesta del voto, nonché le risposte degli uomini, di quelli contrari (la maggioranza) e dei pochi favorevoli. Nella seconda parte vengono riportate le testimonianze di donne che hanno partecipato alla Resistenza e ai Gruppi di difesa della donna, la rinascita della campagna per il suffragio femminile, inotlre Giulia Galeotti si sofferma sull’esclusione stabilita per le prostitute che esercitavano fuori dai locali autorizzati.
Anch’io ho votato Repubblica. Le donne spezzine e la conquista del voto. Storia, immagini e testimonianze di un’epoca, di Anna Valle e Annalisa Coviello, è un’opera che lascia un messaggio di fiducia e speranza, iniziata con quel primo voto del 2 giugno 1946. È una storia che parte da lontano: passando per il dibattito parlamentare dell’800, la Lega promotrice degli interessi femminili e il comitato pro-suffragio, attraversando il fascismo e la guerra, per arrivare all’Assemblea Costituente, alla grande affluenza alle urne, alla cacciata del re, ai tentativi di golpe monarchici, all’inizio finalmente di una nuova vita.
Le donne spezzine testimoni dell’epoca ricordano le condizioni di vita di allora, le lotte per l’accesso al lavoro e per la difesa di quel diritto, le difficoltà quotidiane della vita sotto le bombe, la scelta della Resistenza, la rabbia verso la monarchia, ma a rendere il libro ancora più interessante sono l’introduzione di Giglia Tedesco e le 130 illustrazioni, tra fotografie e documenti, da archivi pubblici e privati, dall’800, fino agli anni ’60 del ‘900.