Ogni lettore prima o poi si imbatte nelle più variegate e originali classifiche di libri. Ma ce n’è una che mette di fronte alla realtà anche il più dedito lettore: è quella dei libri che molti appassionati fingono di aver letto, classici letterari che non possono mancare in alcuna collezione personale. Ecco quindi che entra in campo l’imbarazzo e la finzione sembra la sola via di fuga.
Dei libri assolutamente da leggere e di altri demoni
Ci sono capolavori considerati culturalmente imprescindibili che possono indurre a mentire anche il lettore più onesto. Che sia per imbarazzo o per prestigio, molte persone si ritrovano a millantare gesta pur di non dover ammettere in pubblico importanti mancanze in ambito letterario.
Tempo fa il quotidiano inglese “Telegraph” ha stilato una classifica dei venti libri considerati must da leggere e su cui si mente più spesso. Alcuni di questi sono Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Oliver Twist di Charles Dickens, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Il giovane Holden di J.D. Salinger e Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij.
“Un classico è qualcosa che tutti vorrebbero aver letto e nessuno vuole leggere”, sosteneva ironicamente lo scrittore statunitense Mark Twain.
Preso atto dell’inevitabile grandezza di un libro, diversi sono i fattori che possono scoraggiare il lettore a cimentarsi nella sua lettura: molto spesso è il suo peso specifico, il numero di pagine, altre è la complessità della sua narrazione. Altre ancora è l’influenza di opere cinematografiche e televisive che hanno ormai plasmato nel profondo l’interpretazione dell’opera.
Ecco, quindi, i 5 libri da leggere per smettere di fingere.
1984 di George Orwell
Caposaldo della letteratura distopica e feroce critica alla società contemporanea. Il libro scritto da George Orwell nel 1948 racconta dell’eterna lotta tra le tre grandi potenze della Terra. Il controllo è lo strumento che utilizza il Grande Fratello, l’entità a capo del partito, per mantenere l’ordine all’interno della società. Una rappresentazione delle dittature del Novecento che hanno distrutto in profondità il concetto di libertà.
La visione di George Orwell è diventata espressione di moti politici e sociali e ha alimentato la creatività, generando nuove opere.
Guerra e pace di Lev Tolstoj
La mole di questo romanzo russo potrebbe minare anche la dedizione del più grande appassionato di letteratura. Pubblicato tra il 1865 e il 1869, questo capolavoro racconta l’epopea di due famiglie dell’alta società russa, sullo sfondo delle guerre napoleoniche di inizio Ottocento.
Un’approfondita e dettagliata analisi alla scoperta delle inquietudini e dei sentimenti più reconditi dei protagonisti, rappresentanti di un’umanità in profondo cambiamento.
In questa classifica è impossibile non annoverare anche un’altra opera di Lev Tolstoj, Anna Karenina.
Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll
Pubblicato nel 1865, il libro dello scrittore britannico Lewis Carroll, pseudonimo del reverendo Charles Lutwidge Dodgson, si posiziona al primo posto della classifica pubblicata dal “Telegraph”. L’immagine che il pubblico ha dei personaggi e delle meraviglie di questo libro deriva soprattutto dal film di animazione del 1951.
La protagonista Alice, rincorrendo il coniglio bianco, si ritrova catapultata in un’avventura fantastica con personaggi particolarmente estrosi. Un brillante esempio del genere nonsense, con protagonisti e ambientazioni che hanno influenzato molti aspetti della cultura contemporanea e numerose reinterpretazioni del genere.
Cime tempestose di Emily Brontë
L’amore come sentimento totalizzante e distruttivo è il perno dell’unico romanzo scritto da Emily Brontë, pubblicato a metà Ottocento. La selvaggia brughiera inglese è il perfetto sfondo, rappresentazione naturale, dei sentimenti dei protagonisti e dei loro impulsi. Una storia shakespeariana nella sua tragicità e una simbologia entrata dirompente nella contemporaneità.
Il brano Wuthering Heights della cantautrice Kate Bush è il perfetto risultato dell’influenza letteraria nella cultura contemporanea.
Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway
Ernest Hemingway si trovava in un villaggio di pescatori a L’Avana quando gli viene raccontata la storia che ispirerà il racconto Il vecchio e il mare. L’eterna lotta tra l’uomo e la natura, il coraggio e la caparbietà sono solo alcuni dei temi che emergono dalla semplicità e chiarezza delle pagine dello scrittore americano.
Grazie a quest’opera nel 1953 si aggiudica il Premio Pulitzer e l’anno successivo viene insignito del Premio Nobel per la pace.
Ci sono libri che attraggono e spaventano allo stesso tempo il lettore, libri che il più curioso e appassionato fra i lettori vorrebbe leggere. Opere fuori classifica la cui lettura viene desiderata e rimandata. Fa da capostipite la monumentale opera di Marcel Proust Alla ricerca del tempo perduto, pubblicata in sette volumi tra il 1913 e il 1927.
Anche la folle impresa di David Foster Wallace Infinite Jest può essere annoverata nel medesimo elenco. Mille pagine di giochi di parole, stranezze e quella narrativa tipica dello scrittore americano in cui risulta facile perdersi.