Oggi, bambini e ragazzi approcciano alla letteratura in modo diverso rispetto al passato. L’importanza della lettura precoce è ormai scientificamente provata e sempre più genitori, consci del fatto che questa pratica favorisce la memorizzazione e l’attenzione, iniziano a leggere ai propri figli fin dalla primissima infanzia. Ne abbiamo parlato con una formatrice, esperta in didattica ed educatrice, nell’articolo “Intervista a Marina Zulian, presidente di BarchettaBlu”. Ma cosa succede quando i bambini crescono e diventano lettori autonomi? Come cambia il loro rapporto con il mondo della letteratura? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro!
Ata, 7 anni
Sono da sempre un grande appassionato di libri. Prima me li leggevano i miei genitori, ora lo faccio da me. Leggo quelli che mi interessano davvero, ma anche quelli che non mi piacciono tanto, perché sono curioso di sapere come si sviluppa la storia. Mi interessano i libri di ingegneria, di scienze e astronomia. Li leggo, copio le parti che mi mi piacciono su dei cartoncini e costruisco dei veri e propri manuali, che servono a raccogliere istruzioni e informazioni per costruire cose. Li rilego forandoli con un ago e facendoci passare del filo, oppure li pinzo con la graffettatrice. Ho costruito anche molti libri tattili per bambini più piccoli di me, inserendo texture che si possono toccare, forme e colori. Ho fatto anche un libro da annusare!

Diego, 10 anni
I miei genitori mi hanno sempre letto molti libri, fin da quando ero piccolo. Ora mi piace leggere per passare il tempo, perché mi rende tranquillo; mi sento isolato dagli altri e catapultato in un altro mondo: quello della storia. Immagino le voci dei personaggi e, spesso, mi identifico con loro. È questo uno degli aspetti che mi affascina maggiormente. Tutti i libri che ho letto, in un modo o nell’altro, mi hanno affascinato. Sono pochi quelli che non ho concluso. Ora mi piacerebbe leggere “Geno”, un romanzo fantasy che è da tempo nella mia libreria, ma che non ho mai iniziato. Ultimamente mi piace molto leggere i fumetti.
Il primo libro che abbiamo letto in classe è stato “Pinocchio”. Il maestro, alla fine di ogni lezione, ce ne leggeva un pezzetto e aveva proposto di trasportarlo proprio in un fumetto. Grazie a questa storia, abbiamo scoperto tantissimi nuovi termini, perché l’accordo era che, quando qualcuno non capiva il significato di una parola, bisognava interrompere la lettura, per spiegarlo.

Anita, 12 anni
Quando ero piccola, mi piaceva molto fantasticare sulle immagini che vedevo nei libri illustrati. Ora mi immergo nella lettura perché mi permette di conoscere mondi diversi e di imparare cose nuove, di cui non immaginavo l’esistenza. Da poco ho scoperto Banana Yoshimoto. Mi piace perché, oltre a fare delle descrizioni molto accurate, spiega molto bene i sentimenti delle persone.
A scuola, quest’anno, la nostra professoressa ci sta leggendo “L’isola della balene”, di Michael Morpurgo. L’anno scorso, invece, ciascuno di noi poteva scegliere tra una lista di titoli. Dovevamo poi fare dei riassunti e compilare delle schede. Lo preferivo, perché potevo scegliere un libro che mi interessava davvero e poi confrontarmi con i miei compagni di classe. Era anche un modo per conoscerci meglio. Trovo anche che sia molto utile scrivere a proposito di qualcosa che si è letto: in fin dei conti, lettura e scrittura sono collegate.