Romanzo vincitore del Premio Strega 2017, il libro Le otto montagne di Paolo Cognetti si è aggiudicato anche il Premio Strega Giovani. Quest’ultimo viene assegnato tenendo conto solamente delle votazioni dei lettori fra i 16 e i 18 anni. Leggendolo, è facile intuirne il motivo.
La storia intima e forte di un ragazzino che si fa uomo all’ombra delle cime che il padre agogna incessantemente
Questo libro viene definito da molti un romanzo di formazione. La crescita di Pietro e il suo rapporto faticoso con il padre e quello più intuitivo con la madre si intersecano all’amicizia con Bruno. Quello fra i due ragazzi è un rapporto che muta con il passare degli anni e matura con loro.
Il libro Le otto montagne: una passione
Pietro vive a Milano con i genitori, un chimico e un’assistente sociale di un consultorio. La città in cui si sono trasferiti offre loro opportunità di lavoro e ottime scuole per il figlio, ma il loro cuore è rimasto sulle montagne, dove si sono conosciuti e sposati, al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo. Questa passione li spinge a passare le vacanze ai piedi del Monte Rosa, nel paesino di Grana, dove affittano per anni la stessa casa e stringono legami con la gente del posto. Nascono amicizie e piccoli scontri, causati dalle differenze di prospettiva verso il futuro.
Mentre la mamma di Pietro è appagata dal soggiorno al paesello, il padre riesce a soddisfare la sua passione solo salendo in alto. Portare con sé il figlio, quando giunge a un’età adeguata, sembra una scelta più che naturale, che nasconde però insidie per entrambi.

La montagna
La montagna rimane la protagonista assoluta dell’opera. È presente in ogni scelta, in ogni piega del racconto. Chiunque abbia avuto un genitore con questa passione può riconoscere nelle parole di Paolo Cognetti le difficoltà del passaggio generazionale. Ritroviamo fra le pagine la natura diversa dell’attrazione che la montagna suscita nel padre e nel figlio.
Per il primo è l’alpinismo classico che si traduce in un rapporto viscerale, una sfida continua per superare i propri limiti; per il secondo è la scoperta dell’arrampicata sportiva che porta all’accettazione di se stesso e alla ricerca della pace interiore.
La passione che avrebbe potuto tenerli vicini li conduce ad affrontare le loro divergenze.

L’amicizia
Durante il primo soggiorno a Grana Pietro incontra Bruno, un ragazzino che ha la sua stessa età. Mentre il primo si gode un’estate di vacanza, l’altro ha l’incombenza di badare al bestiame dello zio. L’inizio della loro amicizia è ruvido, carico di diffidenza, ma il rapporto cresce con loro, attraversando anche gli egoismi e le gelosie tipici dell’adolescenza, ma ritrovando sempre un punto di contatto, anche dopo anni di distanza. Due esistenze molto diverse corrispondono a due anime affini, simili e complementari.
Anche per questa amicizia, la montagna rimane un elemento imprescindibile che segna ogni passo, fino alla fine.