L’amante di Lady Chatterley, nell’adattamento cinematografico di Laure de Clermont-Tonnerre, è arrivato su Netflix.

Il romanzo di David H. Lawrence fece sollevare un caso eclatante di censura letteraria. L’amore proibito tra lady Chatterley, giovane sposa dell’aristocratico Clifford, e il guardiacaccia dell’immensa tenuta della famiglia Chatterley, Oliver Mellors, si trasforma in una storia senza tempo.
L’amore salvifico di Connie, ieri come oggi
Dall’anno della sua prima pubblicazione, 1928, il romanzo L’amante di Lady Chatterley ha visto susseguirsi diversi adattamenti. Oggi la storia di Constance Reid riporta a un classico della letteratura sentimentale e dei romance.
Una giovane – anche se non tanto ingenua – ragazza all’inseguimento dell’amore. Quell’amore che sistema tutto, che dà garanzia di cura, benessere sociale ed economico. Una vita raggiante appare agli occhi di Connie, offerto da un matrimonio sicuro e da una promessa di maternità. Tutto ciò che occorre a una donna, di ieri e di oggi, per essere felice e realizzata. O almeno, così pare.
L’amante di Lady Chatterley e il punto di vista di Connie
L’amore passionale è al centro della storia, ma da un punto di vista ben preciso: Constance Reid appare oggi come emblema dell’autodeterminazione femminile, specialmente sessuale. Il tradimento di Connie, infatti, non ha origine solo nella monotonia di un matrimonio a metà. È anche frutto di una ribellione a uno status cui spesso la donna è tenuta a sottostare.
Le capacità di asservimento, comprensione e amorevolezza sono richieste ancora oggi, alle “mogli di”. In questo contesto, che fine fa il piacere femminile? Relegato a idea proibita ieri e a tabù oggi, nel film con Emma Corrin e Jack O’Connell il diritto e il bisogno al piacere delle donne diventa il tema predominante.
L’amore erotico come scopo ultimo
“Lo scopo dell’esistenza è imparare ad accettare la grande inutilità della vita”.
Questa frase, recitata nella prima parte del film, è l’ingresso in un mondo in cui tutto sembra già stabilito. Se la vita è inutile, a cosa serve vivere? La risposta, offerta da lord Chatterley, è chiara. La vita ha senso se si lascia qualcosa ai posteri. Un figlio, un libro, una innovazione tecnologica capace di scardinare vecchi sistemi lavorativi.
Il pensiero di Connie, invece, è di tutt’altro avviso. Ѐ dato dall’appagamento dei sensi, dall’offrirsi con corpo e mente al prossimo. La protagonista non sfugge solo alla noia di un matrimonio compromesso dagli eventi.

La disabilità di lord Chatterley è la base di un sistema egoistico maschile che vede il sesso esclusivamente come gesto atto alla procreazione. È la mancanza di un figlio, che affligge l’aristocratico, non la mancanza di una vita erotica con sua moglie. Ed è quando Connie si vede trattata come mero oggetto da suo marito che la storia divampa. L’alternativa all’inutilità della vita diviene, per lei, la ricerca della soddisfazione personale.
Wragby Hall: l’intera società rappresentata dalla casa
La storia narrata in L’amante di Lady Chatterley, fu al centro di uno scandalo. L’accusa, all’epoca della contestazione, asserì che il romanzo rischiava di influenzare negativamente le donne di buona famiglia, conducendole sulla strada della depravazione e dell’immoralità.
Ambientata nella campagna inglese dei primi del Novecento, una significativa inquadratura mostra l’imponenza dell’enorme residenza di campagna, a Wragby Hall. Pare quasi che lo sguardo della casa, che Connie deve raggiungere dopo gli incontri con Oliver, sia giudicante.
È lo stesso giudizio deplorevole dell’intera società a cui la giovane inglese deve sottoporsi. Sarà solo con la presa di coraggio di Connie che la storia prenderà un’altra piega. Perché l’amore crea empatia, anche tra esponenti di classi sociali differenti. È proprio nel momento in cui le lavoratrici solidarizzano con la loro ex “signoria” che si tocca il picco più alto di unione femminile.
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