Pubblicato da Rizzoli nel 2017, il libro di Peppe Vessicchio La musica fa crescere i pomodori. Il suono, le piante e Mozart: la mia vita in ascolto dell’armonia naturale racconta l’evoluzione del rapporto tra il giovanissimo Beppe e la Musica. La Musica, con la M maiuscola, fautrice di emozioni, studi e ricerche costanti.
Il libro di Peppe Vessicchio è definito “un saggio pop autobiografico”
Il musicista, compositore e direttore d’orchestra Peppe Vessicchio, volto noto soprattutto per il suo legame con il Festival di Sanremo, si racconta in questo libro in maniera sincera e naturale.
La presentazione del libro di Peppe Vessicchio, avvenuta nell’ambito della quarta edizione del Festival Bookolica, “il festival dei lettori creativi”, nella cittadina di Tempio Pausania, è stata l’occasione per ascoltare dal vivo un personaggio interessante. Visto – e ascoltato – senza la barriera dello schermo LCD, Peppe Vessicchio è un uomo semplice di cui si percepisce la modestia.
La musica fa crescere i pomodori, e non solo
Si parte dalla scoperta della musica per arrivare a toccare temi universali: Vessicchio parla dell’importanza di ricercare – e scoprire – il proprio talento. «Il talento è una propensione. Per scoprire se si ha talento in qualcosa io utilizzo la tecnica dell’orologio: se mentre siete alle prese con un’attività non vi accorgete del tempo che passa e, anzi, una volta terminata vi sentite rigenerati, vuol dire che è in quell’attività che avete “talento”».
L’importanza di coltivare il proprio dono
Peppe Vessicchio racconta di come, da ragazzino, ammirasse – e un po’ invidiasse – il talento del fratello maggiore, musicista che non sapeva nulla di musica ma che riusciva a capire i meccanismi dell’armonia. Con parole diverse da quelle accademiche, ovvero parlando di “coperchi” anziché di “dominanti”, cercava di spiegare al giovanissimo Peppe quali erano i funzionamenti della sua fisarmonica. Vessicchio si chiede cosa ci sia dietro un tale dono, e capisce l’importanza di indagarlo. La ricerca musicale a cui si dedica da tutta la vita serve a questo: a dare risposte, a scoprire i segreti del linguaggio musicale.
Da piccolo, Peppe Vessicchio ha la fortuna di crescere osservando un orto. Il titolo La musica fa crescere i pomodori prende spunto da questo fatto. Peppe Vede la magia della crescita, il miracolo della coltivazione, gli ortaggi che nascono, si adattano all’ambiente, maturano. È la metafora della vita, di ciò che si può ottenere con la coltivazione del proprio dono, con l’attenzione ai propri talenti.
Un libro autobiografico, la narrazione dei propri fallimenti
«In un mondo che ci vuole tutti vincenti, io ho fatto tesoro dei miei fallimenti. Li racconto nel libro, composto da una serie di esempi in cui racconto tutte le volte che non sono riuscito in qualcosa, in cui ho sbagliato».
Da un personaggio come Peppe Vessicchio ci si aspetterebbe di sentire tutt’altro. O forse no, perché già dalle prime parole, o dalle prime pagine, si capisce che il senso del libro non è quello di autocelebrare i propri successi ma di indagare la natura dei propri fallimenti.
Musica e letteratura: due linguaggi di pari valore
«Ma cosa può fare, ancora, la musica?» chiede Alessandro De Rosa, relatore dell’incontro (oltre che musicista e scrittore). La risposta è complessa, e dandola Vessicchio apre le porte a varie riflessioni: «La musica salverà il mondo. L’armonia lo farà. La musica ci accompagna perennemente, è ovunque. Quando le persone intorno a noi manifestano il loro essere in maniera pacifica, anche quello è musica. Il suono ci accompagna ovunque e nella musica esiste un segnale di pace. Fare musica è una medicina, indipendentemente dai contenuti. Il valore della musica è pari al valore della letteratura. Sono i linguaggi di per sé che hanno valore e vanno preservati».