Alessia Bottone è regista, sceneggiatrice, giornalista e docente universitaria. Laureata in Istituzioni e Politiche dei Diritti Umani e della Pace, ha conseguito il Master in Sceneggiatura Carlo Mazzacurati dell’Università degli Studi di Padova nel 2017. Ha curato regia e sceneggiatura di cortometraggi e documentari fra i quali: Violenza invisibile, dedicato alla violenza psicologica sulle donne, Ritratti in controluce e Ieri come oggi.
Premiata alla Mostra del Cinema di Venezia, Alessia Bottone ci racconta la sua esperienza da sogno
Nel 2017 le sue inchieste sono state premiate più volte: il Premio Giornalistico Claudia Basso per l’inchiesta Pfas, il Premio Alessandra Bisceglia per la comunicazione sociale e il Premio Massimiliano Goattin per la realizzazione di una video inchiesta sulle barriere architettoniche. Bottone è anche scrittrice: nel 2013 ha pubblicato Amore ai tempi dello stage (Galassia Arte), e due anni dopo Papà mi presti i soldi che devo lavorare? (Feltrinelli). Sentiamo dalle sue parole com’è andata a Venezia.
Quali emozioni ha provato quando è stata invitata alla Mostra del Cinema di Venezia?
A Venezia c’è stato un doppio appuntamento per me e La Napoli di mio padre, il mio ultimo docufilm. Sono stata contattata dal Festival Isola Doc di Vicenza per presentarlo all’interno dell’Italian Pavilion: una grandissima occasione. Ai primi di novembre il cortometraggio verrà trasmesso anche durante questo festival a Vicenza. Dopo questa prima presentazione pomeridiana, all’Hollywood Celebrityes Lounge si è tenuta la consegna dei premi per coloro che avevano vinto al Social World Film Festival, tenutosi a Vico Equense, in Campania, nello scorso mese di luglio. Una giornata particolare ed emozionante perché ho potuto accedere alla Mostra del Cinema in qualità di invitata, avendo così la possibilità di farmi conoscere ulteriormente all’interno di un evento internazionale.
I riconoscimenti di Alessia Bottone
Quali riconoscimenti ha ottenuto La Napoli di mio padre?
Oltre ad aver vinto al Social World Film Festival, un festival molto rilevante in ambito sociale, il docufilm era già stato premiato ai Nastri d’Argento lo scorso giugno con una menzione speciale, un premio fra i più illustri del panorama nazionale. Il film ha partecipato a 62 festival ottenendo 21 premi. Un ottimo risultato per un cortometraggio che è partito senza distribuzione.
Aver partecipato da protagonista a questo evento porterà dei cambiamenti nel suo futuro e nei suoi progetti?
Molti festival hanno portato dei cambiamenti per quanto riguarda la mia carriera e le mie esperienze future: il premio Nastri d’Argento, il Social World Film Festival, il Premio Regista Emergente che ho ricevuto al Marefestival Salina, e i premi internazionali che mi hanno permesso di tradurre il film in cinque lingue. Indubbiamente questa esperienza mi ha dato moltissimo e credo lo farà anche per il lungometraggio ambientato in Sicilia che sto scrivendo. Inoltre sto realizzando il cortometraggio di un monologo dedicato al tema dell’abbandono e del ricordo. In lavorazione c’è anche un romanzo che spero di poter far uscire nel 2022.
“La Napoli di mio padre”
È stato un anno davvero importante per La Napoli di mio padre, selezionato anche a San Diego e Los Angeles, oltre che in Italia. Ha avuto tantissimi spettatori: attraverso i social e la stampa ha avuto un’ottima diffusione, non posso che esserne soddisfatta. La Mostra del Cinema è stata la ciliegina sulla torta, un evento assolutamente inaspettato. Un’emozione grandissima, una giornata da favola per la location, la splendida Venezia, per il lustro dell’evento e per le persone che ho conosciuto. Mi auguro che possa essere per me l’inizio di un futuro dedicato a documentari e film.
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