Che cosa sei disposto a fare per tuo figlio? È una domanda che ogni genitore si pone prima o poi, e in genere la risposta è abbastanza scontata. Ma siamo davvero sicuri che sia corretto cercare di difenderli sempre e comunque? Ne parliamo a partire dal libro di Herman Kock.
Uno dei dilemmi base della genitorialità si dipana in un colloquio in famiglia lungo quanto una cena
La domanda che sostiene tutto La cena (Neri Pozza, 2010), libro di di Herman Kock, in realtà, non viene mai posta davvero, né in modo esplicito né in modo implicito. Tutta la vicenda è vissuta attraverso lo sguardo di un padre e filtrata dalla sua coscienza.
La vicenda del libro di Herman Kock
La cena del titolo è quella a cui si danno appuntamento due coppie di genitori. Due fratelli, due cognate, un politico in ascesa e un insegnante in congedo, madri e padri di ragazzi dall’età così simile da essere praticamente cresciuti insieme. E insieme hanno combinato i primi guai. Solo che talvolta le bravate non finiscono bene come ci si aspetta ma rischiano di segnare per sempre le vite di chi ne viene coinvolto.
Uccidere qualcuno, pur senza avere l’intenzione di farlo, rimane un’azione che prevede delle conseguenze, morali e materiali. Certo si può avere la fortuna di passarla liscia se nessuno ha visto o sentito niente. Ma se invece un video inizia a circolare sul web o magari chi è a conoscenza dei fatti sente il bisogno di lavarsi la coscienza… allora potrebbero iniziare i guai seri.
Seguendo pensieri e ricordi narrati in prima persona, si attraversa la rivalità tra fratelli alimentata dalle aspirazioni politiche, si comprendono le difficoltà relazionali causate da difetti genetici, si può perfino arrivare a giustificare azioni indifendibili.
Se dovessi dare una definizione di felicità, sarebbe questa: la felicità basta a se stessa, non ha bisogno di testimoni. “Tutte le famiglie felici si somigliano, ciascuna famiglia infelice è infelice a modo suo”: così recita l’incipit di Anna Karenina di Tolstoj. Si potrebbe aggiungere che le famiglie infelici, e soprattutto le coppie infelici, non riescono mai a stare da sole. Più testimoni ci sono e meglio è. L’infelicità è costantemente alla ricerca di compagnia. L’infelicità non tollera il silenzio, specialmente quei silenzi imbarazzanti che calano quando si è soli.
Hernan Kock, La cena
La coscienza
Nonostante la storia coinvolga più persone, si tratta di un viaggio nell’inconscio di un padre, nel quale si riflette la vita del resto della famiglia. Le sue paure, le sue convinzioni, le sue manie e le sue difficoltà diventano le nostre. È un’esperienza immersiva, al punto da smettere di chiedersi “che cosa farei al suo posto?”. Semplicemente si è portati a vivere una decisione già presa e ad appoggiare parole e azioni volte in un’unica direzione.
La nostra coscienza arriva a rispondere con un certo ritardo, offuscata e intontita dagli eventi. Immancabilmente ci si chiede quanto si possa rimanere lucidi e obiettivi, quando la posta in gioco è così alta, e a pagare il debito potrebbero essere i nostri figli.