La casa sfuggita è il terzo appuntamento della maratona Halloween di Other Souls, dopo MacHale e Gaiman. La notte del 31 ottobre è sempre più vicina e per calarsi alla perfezione in un clima di inquietudine, mistero e soprannaturale non si poteva non parlare del “padre fondatore” del genere: Howard Phillips Lovecraft.
La casa sfuggita: un grande classico di H.P. Lovecraft
Lovecraft è stato una figura capitale per l’avvio e lo sviluppo della letteratura horror, cui ha fatto seguito tutto quel filone di narrativa poi definito come horror cosmico o cosmic horror. La caratteristica principale di questo insieme di opere letterarie sta nel fatto che la narrazione, in genere, è costruita in modo tale da rendere incomprensibile e inconoscibile l’oggetto orrorifico.
L’ignoto è per definizione inconoscibile e irrappresentabile. Lovecraft è stato maestro in questo, tanto da farne una sua firma, forgiando una marca riconoscibilissima del suo stile e della sua scrittura. Ce se ne accorge subito, infatti: Lovecraft predilige tutte quelle forme di racconto come la lettera o il diario, che diventano i resoconti del sopravvissuto o il diario dell’uomo impazzito, poiché consentono all’autore di rendere volutamente indeterminato e vago ciò che non può essere detto.
Dalla vaghezza scaturisce infine il sentimento di paura, che sfocia poi nell’orrore o nel disturbante. I riferimenti nella letteratura lovecraftiana sono innumerevoli e La casa sfuggita non fa eccezione. Lo stesso racconto Il richiamo di Cthulhu è costruito in modo tale che la narrazione racconti la storia di uno scrivente, di cui il protagonista dispone dei diari e delle lettere scritti negli anni precedenti alla morte.
Lo stereotipo della “casa stregata”: perché funziona sempre?
Alcune immagini stereotipate hanno da sempre suscitato nell’uomo una serie di sensazioni gravitanti intorno ai sentimenti dell’orrore, del disturbante e della paura. L’immagine che in letteratura ha una sua frequente ricorrenza è quella della casa stregata. Lovecraft scrive The Shunned House, in italiano La casa sfuggita o La casa evitata, a seconda delle traduzioni, che altro non è che il prototipo di casa stregata. In genere, la letteratura prevede che qualcosa di innaturale e immondo infesti e corroda-corrompa-decomponga gli abitanti di un edificio e l’edificio stesso: il racconto, in fin dei conti, si può ridurre a questi termini. La casa sfuggita però, che è un dei racconti brevi-capolavoro di Lovecraft, racchiude in circa una ventina di pagine un piccolo vero gioiello di inventiva, tecniche e stile narrativi.
L’orrore è quando non si può dire
La marca riconoscibile di Lovecraft è ciò che fa, naturalmente, la differenza. Il suo dire-non-dire, il suo illustrare-senza-mai-definire, le sue descrizione così particolareggiate che tentano di rendere al meglio il sentimento di vago e indefinito, tutto questo è ciò che fa di un racconto come La casa sfuggita un piccolo manuale. Soltanto leggendolo, questo brevissimo racconto riesce a insegnare alla perfezione come imbastire una narrazione horror da brividi. L’autore non cerca di convincere il lettore che “c’è qualcosa”, ma si limita a circumnavigare l’oggetto orrorifico, ne registra gli effetti che questo ha sulle persone e sull’ambiente.
Tant’è che, anche alla fine del racconto – piccolo spoiler, dovuto – di ciò che provoca le misteriose morti all’interno de La casa sfuggita, si legge soltanto di un “gomito”. Eppure, è sufficiente un solo “gomito” per farsi inquietare a puntino.