Lo scorso 15 agosto i talebani sono entrati a Kabul e hanno insediato un governo temporaneo assegnando posizioni di rilievo alle figure apicali dei combattenti e di ex prigionieri di Guantanamo. Dopo il ritiro delle forze armate americane da quelle terre, da New York si è levata una voce: quella di Khaled Hosseini, nato proprio in Afghanistan il 4 marzo 1965 e residente negli Stati Uniti da molti anni.
Autore di best seller mondiali, Khaled Hosseini chiede a gran voce di non dimenticare il suo popolo
Nei suoi indimenticabili romanzi ha descritto la sua terra, portando anche l’occidente a comprenderne la meraviglia. In un momento storico di forte cambiamento, i suoi libri ci aiutano a comprendere le radici di una cultura lontana dalla nostra, ma soprattutto i profondi conflitti che la attraversano. Figlio di un diplomatico afghano divenuto rifugiato politico nei primi anni Ottanta, Khaled torna nella sua patria d’origine come inviato dell’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Da questa esperienza nascono i suoi tre romanzi, pubblicati da Piemme.

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Tre romanzi per comprendere l’Afghanistan
Il cacciatore di aquiloni, pubblicato nel 2004, è diventato in poco tempo uno dei libri più letti in tutto il mondo. Nel 2007 ne è stato tratto un film per la regia di Marc Forester. La trama appare semplice, ma nasconde molto più di quanto si possa pensare. Amir e Hassan sono due amici che non si considerano tali: è stato insegnato loro che sciiti e sunniti non possono esserlo. Malgrado ciò trascorrono insieme gli anni dell’infanzia, sempre uno di fianco all’altro. Un giorno, quello della gara degli aquiloni, incontrano qualcosa che cambierà per sempre le loro vite. Molti anni dopo, uno di loro sarà costretto a tornare in Afghanistan, lasciando l’America dove si era trasferito, per fare i conti con il passato e con la propria coscienza. Con Amir e Hassan, Hosseini racconta tradizioni, regimi e contraddizioni della sua terra, dilaniata da una guerra senza fine.
In Mille splendidi soli, La vita di due donne, Haris e Farah, diventa lo specchio di un popolo costretto a sopravvivere attraverso un susseguirsi di conflitti senza fine.
Un fratello e una sorella sono i protagonisti di E l’eco rispose. Il loro viaggio con il padre e il mistero in esso nascosto, sfociano in una lacerazione che attraversa continenti e generazioni.
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L’anima e lo Stato
Proprio la sua natura intima e personale, la religione rende necessario uno stato laico: solo in un mondo libero da costrizioni è possibile viverla appieno. Se è vero che la sovranità di uno Stato va rispettata per garantire equità, va ricordato che i diritti umani sono un bene inalienabile. Le parole di Khaled Hosseini ci fanno capire che difenderli è compito ognuno di noi.