Quelle di Jacques Prévert non sono le poesie di un uomo qualunque. Prévert visse più di un matrimonio e ancor più storie d’amore. Fu sceneggiatore per il teatro e per il cinema. Fu un poeta assai prolifico, uno dei più popolari in assoluto nella Francia del secondo dopoguerra, capace come nessun’altro di elevare il banale a materia poetica.
Pubblica la sua prima raccolta, Paroles, nel 1946. Partendo da un’ispirazione Surrealista, che lo porta ad associare immagini e temi normalmente sconnessi, è un paroliere originale e imprevedibile. Infatti, trasforma in autentica poesia i termini e le situazioni più comuni e colloquiali. Inoltre, le sue liriche hanno spesso un ritmo da canzonetta popolare. Non è un caso, infatti, che molte siano state musicate e interpretate da importanti cantanti francesi, come Yves Montand e Édith Piaf. Spesso e volentieri polemico, sempre giocoso e inventivo, in Italia Prévert è ricordato principalmente per le sue poesie d’amore.
Jacques Prévert Poesie: Paris at Night

Molte poesie d’amore di Prévert non possiedono coordinate spazio-temporali precise. Sono sospese in un non-tempo e in un non-luogo. Ciò conferisce loro un carattere vago e universale, a volte bizzarro.
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Traduzione: Giuseppe Conte. Brano tratto da: ‘Parole’, Guanda, 2017
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
Il componimento si lascia apprezzare per la sua semplicità e per i pochi oggetti che contiene: tre fiammiferi, un volto, il buio. A Prévert non serve altro per raccontare un sentimento, per costruire una scena. Prego notare come l’idea dei tre fiammiferi nasca dal fatto che questi si spengono in pochi attimi. La contemplazione dell’amata, invece, non può che richiedere molto più tempo. Per questo uno solo non basta. È interessante poi il fatto che sia il buio (permanente), e non la luce (attimo fugace), ad aiutare la mente a ricordare. Il buio e la sensazione tattile dell’abbraccio.
L’amore non è ciò che sembra: Sabbie Mobili

Dèmoni e meraviglie
Traduzione: Giuseppe Conte. Brano tratto da: ‘Parole‘, Guanda, 2017
Venti e maree
Lontano già si è ritirato il mare
E tu
Come alga dolcemente accarezzata dal vento
Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano già si è ritirato il mare
Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Dèmoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi.
Paragonare l’amata a un’alga non suona molto romantico. Eppure, calata in un contesto lirico, Prévert riesce a nobilitare questa similitudine anticonvenzionale. L’alternanza di elementi letterari e anti-letterari è un’altra costante nella sua produzione poetica. La cosa è resa esplicita dall’accostamento dei termini “demoni” e “meraviglie”. Che stanno anche a significare come il sentimento dell’amore possa essere tormento e godimento insieme. E così, gli occhi diventano onde in cui affondare, nonostante il mare si sia ritirato in lontananza. Sono loro le vere sabbie mobili.
Jacques Prévert poesie: L’amore è la vita in sè
Le poesie di Jacques Prévert hanno anche un’altra qualità. I suoi personaggi e le sue situazioni spesso raccontano brevi storie. Le quali sono intrise delle gioie e dei dolori (o delle assurdità) della vita umana. È molto facile immedesimarsi in esse.
Al funerale d’una foglia morta
Traduzione: Giuseppe Conte. Brano tratto da: ‘Parole’, Guanda, 2017
Se ne vanno due lumache
Hanno il guscio nero
E il lutto sulle corna
Se ne vanno nel buio
D’una sera d’autunno
Ahimè quando son Giunte
È di già primavera
Le foglie che eran morte
Già son tutte risorte
[…]
Ma ecco viene il sole
Il sole dice loro
[…]
Le faccende di funerali
Mica sono divertenti
Riprendete i colori
I colori della vita
Allora gli animali in coro
E gli alberi e le piante
Si mettono a cantare
Il vero canto vivo
La canzone dell’estate
E tutti giù a bere
[…]
E le nostre due lumache
Fanno ritorno a casa
Se ne vanno commosse
E tutte rallegrate
Hanno bevuto molto
Barcollano un pochino
Ma la luna nel cielo
Le sorveglia in cammino.
Questa è una piccola grande storia esemplare, se vogliamo. Perché tratta i grandi temi della morte e della vita, ma senza inghippi retorici. Anzi, adotta personaggi e toni di una favola per bambini. Tra le lente lumache e l’esplosione della natura ebbra di vita, è difficile che al lettore non sfugga un sorriso. Questa poesia presenta un ulteriore strumento spesso usato da Prévert: l’umorismo. Con esso, il poeta esorta il lettore a seguire il sentiero dell’allegria e della vita e ad abbandonare quello della tristezza e del lutto. Quello di Prévert è un amore per la vita tutta, compresa la sofferenza e le assurdità che essa porta. E lui soltanto sa raccontarlo così. In modo consapevole e scanzonato, acuto e tenero.