Io, Jack e Dio è la storia di Mila e della sua amicizia decennale con un ragazzo italo americano, Jack. Mila e Jack si sono conosciuti da ragazzini, quando entrambi trascorrevano le vacanze estive dalle rispettive nonne, nella cittadina costiera emiliana di Lungamira. Quest’amicizia sembra finire improvvisamente quando Jack scompare nel nulla, per sette lunghi anni.
La corrispondenza tra i due si interrompe, i loro contatti telefonici anche. Non esiste social in cui Mila ritrova Jack. Il ragazzo pare essersi volatilizzato. Dopo aver sofferto per il distacco – un vero e proprio ghosting – Mila rincontra l’ex amico in una circostanza molto particolare: Jack è il frate chiamato a celebrare il funerale di Brusko, stella del firmamento rock nazionale, morto in tragiche circostanze proprio mentre si trovava con Mila. La ragazza è viva per miracolo, ma questo non le impedisce di attirarsi le antipatie di tutti i fan del cantante, e l’odio della moglie.
La fragilità di Mila in Io, Jack e Dio
Il personaggio di Mila è sviscerato in profondità da De Carlo. Le sue paure, le sue insicurezze e il suo passato costellato da errori emergono pagina dopo pagina. Niente, nella vita sentimentale di Mila, pare essere andato bene. In più, il suo miglior amico era scomparso all’improvviso, gettandola nel più totale sconforto.
La storia prosegue raccontando i due percorsi di vita dei protagonisti, intervallando ricordi e presente. Presto si evince che l’amicizia così forte ed esclusiva che li lega non è più – o non è mai stata – solo un’amicizia. Mila si rende conto di aver messo a tacere i suoi sentimenti più profondi in nome di un patto tardo adolescenziale stilato proprio con Jack. Ormai, però, è troppo tardi. Le loro strade paiono essersi divise inesorabilmente. Di mezzo non c’è solo un’altra donna: c’è addirittura Dio.
La turbolenza di Jack e la ricerca interiore
Per capire chi è e qual è il suo scopo nella vita, Jack ha avuto bisogno di perdersi completamente. Quando è arrivato al punto di non sapere nemmeno più chi fosse, ha incontrato un enigmatico e magnetico frate che lo ha guidato e accompagnato in una ricerca spirituale alla scoperta di Dio e un’altra parallela, quella di sé. Jack si interroga su tutto ciò che lo circonda e su ciò che rappresenta il fine ultimo dell’esistenza. Dopo una vita portata agli eccessi, pare aver trovato la tanto sospirata pace nel convento di San Firmiano, nella collina sovrastante Lungamira, dove insieme agli altri frati e fratesse ha rimesso in piedi un vecchio monastero abbandonato da tempo.
Dio, il vero protagonista del romanzo
Mila e Jack. Jack e Mila. I due protagonisti si rivelano i tramiti per portare all’attenzione dei lettori il tema principale: Dio. Cosa si sa della religione che si dice, automaticamente, di professare? Cosa si cela dietro le sacre scritture? Di quali nefandezze si è macchiata la Chiesa, nel corso dei secoli?
L’istituzione cardine della religiosità è solo un mezzo per tenere ancorate le menti e la capacità di pensiero dei singoli? Dietro parole come dogma o fede si nasconde l’intento a non poter sapere di più, oltre quello che è concesso sapere?
Certi termini servono a non porsi mai domande su fatti dati per assodati? O ciò in cui credere o no è solo una scelta individuale? Sono queste alcune delle domande alle quali De Carlo prova a dare una risposta, aprendo discussioni sul valore della religione e su mille domande mai poste – per pigrizia, per noncuranza, per apatia.
Io, Jack e Dio: la critica alla società mediocre dell’apparenza
Come nel precedente Il teatro dei sogni, Andrea De Carlo in Io, Jack e Dio non risparmia un occhio critico alla società che non pensa e non si interroga. È una critica al lassismo disseminato e assopito sotto creme solari e pareo, dietro schermi protettivi di smartphone, dietro strati di cipria di indifferenza e omologazione.
Tutti amano Brusko, poiché nessuno si è mai preso la briga di ascoltare di meglio. Tutti credono in Gesù Cristo e nella sua opera evangelica, perché sin da bambini gli è stato proibito di pensare il contrario. Ma se non fosse proprio tutto esattamente così? E se invece tutti non sapessero proprio un cavolo di niente? si chiede Mila, aprendo una riflessione sul finale del libro. Un’altra perla di uno degli scrittori italiani più tradotti al mondo, che merita di diventare la tua prossima lettura!
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