Recentemente pubblicato, il saggio dello scrittore cagliaritano Fabrizio Raccis affronta il mistero legato alla scomparsa di un autore cardine del genere gotico: Edgar Allan Poe. Deceduto a soli quarant’anni, la reale causa della sua morte rimase oscura. Il saggio Edgar Allan Poe. Il mistero della morte, edito dalle edizioni Catartica, passa al vaglio gli ultimi giorni della vita dello scrittore, confrontando teorie e ipotesi suggestive.
L’intervista a Fabrizio Raccis, autore di Edgar Allan Poe
Fabrizio, come hai affrontato il lavoro di ricerca sulle possibili cause della morte di Edgar Allan Poe?
In realtà mi sono interessato alla figura di Edgar Poe fin dall’adolescenza, poi attraverso un’insegnante di lettere del liceo ho potuto approfondire la conoscenza delle sue opere, apprezzarne la poesia e i saggi filosofici. Nel tempo ho cominciato a fare ricerche su alcune curiosità, come il manoscritto diffamatorio, non capivo perché tanto astio nei suoi confronti. In Italia questo argomento era quasi un tabù, nessuno dubitava della figura grottesca di Poe, descritto come un “poeta maledetto” dedito all’alcol e alle droghe, un donnaiolo depravato.
Grazie a queste calunnie era entrato nella leggenda, ma io non ero molto convinto, non mi sembrava possibile che un genio come lui potesse scrivere delle opere straordinarie sotto l’effetto di qualcosa che annebbia la mente.
La voglia di ricercare la verità di Fabrizio Raccis
È nata così una ricerca minuziosa, ho cominciato a fare tantissime ricerche leggendo tutti i saggi italiani sul suo conto e attraverso dei siti web che avevano messo a disposizione lettere e testimonianze dell’epoca in lingua originale come “l’Edgar Allan Poe Society of Baltimore”. Grazie a questo sito ho preso contatto con l’università di Boston della città natale di Poe, è stato magnifico! Ho iniziato una collaborazione attraverso l’istituto grazie a tre studentesse che tramite una cinquantina di e-mail mi hanno aiutato con la traduzione di alcuni documenti importanti. Oltre alle calunnie, ho scoperto che il mistero nel mistero riguardava proprio la sua morte. Edgar Allan Poe era morto in circostanze poco chiare e la sua cartella clinica era scomparsa, volevo capire meglio.
L’enigma che si cela dietro la morte di Poe è del tutto affine alle trame dei romanzi polizieschi da lui creati; tanti sono i biografi che hanno provato a fare luce sulla questione, senza successo. Sei riuscito a farti un’idea plausibile – non ti chiedo di svelarla qui! – analizzando il materiale disponibile?
In realtà in Italia sono state fatte poche ipotesi sulla sua morte, è un argomento che non è stato spinto sia nella saggistica che giornalisticamente. All’estero, invece, molti si sono dati da fare con ipotesi più bizzarre come quella dell’avvelenamento del regista James Mcteigue, e anche lo scrittore Matthew Pearl ha pubblicato un’importante libro-indagine elaborando un grande romanzo storico, forse fin troppo fantasioso.
L’analisi delle ipotesi più attendibili in Edgar Allan Poe. Il mistero della morte
Nel mio saggio, per prima cosa ho messo insieme le ipotesi più attendibili come la relazione del Dottor Benitez del 1996, uno degli esami medici più significativi. Ho cercato di dare un senso a queste deduzioni, certe volte smontandole altre volte promuovendole, infine ho lasciato come ultima la mia personale visione di questo grande mistero. Non vi resta che scoprirla attraverso le pagine del saggio!
Edgar Allan Poe è uno degli artisti il cui valore letterario ottenne riconoscimento solo dopo la morte. Quale credi sia l’ingiustizia più profonda subita da Poe in vita, e quale la congettura più svilente legata alla sua morte?
Al suo funerale furono presenti solamente sette persone e durò pochi minuti, ma sicuramente l’ingiustizia più profonda è quella di essere stato descritto come un miserabile, un ubriacone. Secondo alcune testimonianze degli amici più stretti, come Mary Devereaux, lo scrittore era davvero un uomo brillante che “si seccava di dover discorrere di sciocchezze”; amava studiare ed era preparato su qualsiasi argomento, adorava dialogare con tutti di questioni intellettuali di grande spessore culturale.
Una biografia falsata
La poetessa Sarah Helen Whitman disse di lui: “era molto sensibile, gli bastava un bicchiere di vino per perdere il controllo” descrivendolo come un uomo che non regge l’alcol. Rendiamoci conto di quanto le cattiverie sul suo conto hanno influito sulla sua biografia. Quello che ci hanno sempre presentato come Edgar Allan Poe in realtà è il frutto di una falsa biografia che viene tramandata ancora oggi, a quasi 180 anni dalla sua morte.
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1 commento
Un intervista sintetica, briosa, effervescente che divelle i luoghi comuni che hanno svilito e offeso un grande artista. Grazie Fabrizio per il bel lavoro su E. Allan Poe.