La Divina Commedia scritta da Daniele Aristarco con le illustrazioni di Marco Somà è un’opera dedicata ai più giovani nel settecentenario della morte di Dante
Il 9 marzo esce il libro La Divina Commedia, per le edizioni Einaudi ragazzi. Un “dialogo fitto fitto” con Dante, illustrato da Marco Somà. Puoi svelarci qualcosa di più?
Provo a farlo ma, per quanto riguarda questo lavoro, ne sono certo più che mai, bisogna concedersi un po’ di tempo pulito ed esporsi allo stupore. Non si tratta di una parafrasi, né di una riduzione, saggio o riscrittura. È un’introduzione giocosa ma documentata alla Divina Commedia, un testo che mira a catturare lettrici e lettori e appassionarli all’opera dantesca. Marco Somà ha realizzato un lavoro straordinario, delle tavole potentissime e godibili davvero da lettrici e lettori di ogni età. La nostra è stata una collaborazione lunga, approfondita e, per me, preziosissima. Assieme a Marco e a Einaudi ragazzi abbiamo costruito, passo dopo passo il libro, scegliendo le terzine da rappresentare, curando ogni dettaglio. Il risultato ci rende molto orgogliosi. Sfogliandolo, talvolta, mi pare che persino il suono delle pagine sia proprio quello che avevamo in mente.

È un testo originale che tu hai definito “un gioco proposto ai giovani per farli avvicinare al capolavoro dantesco”. Come è nata l’idea?
La letteratura dantesca è vastissima, molte le opere rivolte alle giovani e ai giovani lettori e, in occasione del settecentenario, nuove pubblicazioni affollano gli scaffali delle librerie. Io ho voluto raccontare l’amore per questa opera immensa, mostrare il filo che mi lega ai versi danteschi e consegnarlo ai più giovani. Naturalmente, non ho dato nulla per scontato e, anzi, mi son premurato di fare un po’ di luce nella selva di significati. Per innescare il primo passo e seguire le lettrici e i lettori in un viaggio che li accompagnerà per tutta la vita. Che è la vita stessa, in fin dei conti.
Perché Dante è attuale ancora oggi e cosa possono imparare i più giovani dalla sua opera principale?
A volte, l’inattualità è un valore positivo. Una voce del passato, talvolta, aiuta a meglio penetrare il mistero di noi stessi. Più che alle opere del passato, l’inattualità attiene a quelle del futuro, a quelle che sembrano provenire dal futuro, o da un tempo senza tempo. La Divina Commedia è un’opera che parla a tutti per mezzo della bellezza. Anche se non riusciamo a penetrarne ogni singolo verso, la sola bellezza dei suoni sa parlare a tutti, sempre. Sentiamo, prima ancora di capire. Quei peccatori, penitenti e santi siamo proprio noi. Dante ci offre il privilegio raro di provare a penetrare il mistero, a percorrere l’abisso ed esporci alla vertigine, vestendo i suoi panni, osservando attraverso i suoi occhi, parlando per mezzo dei suoi versi.