Clelia Cané è un’illustratrice, scrittrice, educatrice e naturalista. Esperta di home living, appassionata intenditrice della cultura anglosassone – organizza eventi culturali a tema british –, è appassionata di storia, arte e letteratura. Di innata eleganza, il suo personaggio ispira uno stile di vita semplice e raffinato.
Intervista a Clelia Cané, l’illustratrice si racconta ad Other Souls Magazine
Clelia Cané: un esempio di coraggio nel mondo dell’editoria. Il tuo percorso era precedentemente caratterizzato da uno shop originale sulla Vintage Collection. Ora invece sei dedicata totalmente alla realizzazione di una libreria digitale. Parlaci di questa scelta e di come hai trovato la spinta per farla.
Il mio percorso si basa interamente sull’editoria, quindi sulla realizzazione (scrittura e illustrazione) di libri per bambini, ma non solo. Strada facendo ho capito che dovevo arricchire questo universo con un tassello in più, la Vintage Collection appunto, che rappresenta e sarà sempre uno dei perni della mia attività. Oggi posso dire di essere a uno step ancora diverso, attraverso un lavoro decisamente più massiccio sulla parte editoriale. Di questo, però, non posso svelare molto.
Clelia Cané e la scelta digitale
Pubblichi libri, fascicoli/opuscoli, diari, corsi e molto altro, tutto in digitale. Anche se credi che ci sia sempre un doveroso connubio tra tradizione e innovazione, anche tu stai prediligendo (giustamente con i tempi) il digitale. Credi che il settore dell’editoria si stia adeguando bene a questo format?
Il format è giusto, considerato l’impatto della tecnologia sul singolo, ma c’è tanta strada da fare. Credo che un libro illustrato in formato cartaceo sia sempre la scelta più quotata dai lettori, anche se il digitale si sta lentamente guadagnando un posto di tutto rispetto. Bisogna lavorare molto, le cose nuove e i grandi cambiamenti richiedono tempo e impegno. Certe rivoluzioni si fanno un passo alla volta.
Ti dedichi all’illustrazione nell’editoria, soprattutto per bambini: credi che questo ambito sia valorizzato nel modo giusto oppure che abbia bisogno di un’evoluzione?
C’è bisogno di un’evoluzione e non da poco. In questi anni, e dopo tanta esperienza sul campo, posso dire che l’editoria italiana purtroppo è una casta chiusa e l’ambito per bambini è manchevole, fatta eccezione per pochi editori. Bisognerebbe tornare a dare il giusto spazio a tutti i generi, quindi anche all’illustrazione di stampo tradizionale, più nordica e Potteriana, per così dire. Perché nessuno stile illustrativo muore davvero, viene solo lasciato in un angolo e dimenticato, finché qualcuno non decide di riportarlo in vita. Il coraggio è questo: ridare voce e corpo a una creatura fatta di cuore e magia.
L’importanza della community come strumento di promozione
Chi decide di promuovere il proprio progetto editoriale, incappa in molte difficoltà di concorrenza derivate anche dall’evoluzione dei social. Qual è il segreto per creare la propria community e affermarsi?
Non credo esista una “ricetta magica” della buona riuscita. L’affermazione deriva da un mix di fattori, in primis riuscire a far arrivare il proprio messaggio, la propria vocazione. Perché senza passione e determinazione si rischia di non andare molto lontano. C’è anche da tenere presente che ogni cammino presuppone un inizio ma mai una fine per chi desidera costantemente imparare e migliorarsi.
Se ti è piaciuta questa intervista, potrebbe interessarti anche La Mostra del Cinema secondo la regista Alessia Bottone.