Nelle università straniere, l’italiano è una lingua più richiesta di quanto si possa pensare. Complice l’assonanza con lo spagnolo, che è fra le lingue più diffuse nel mondo, molti studenti la scelgono per avere crediti aggiuntivi, ma anche per una sincera passione per il nostro paese. Insegnare italiano agli stranieri in Italia, invece, è fondamentale per permettere loro di integrarsi nella società.
Molti studenti stranieri scelgono di studiare italiano perché tutto ciò che è legato al nostro paese è considerato cool
Abbiamo incontrato un’insegnante di lingue con esperienza sia all’estero che in Italia per conoscere studi e meccanismi che portano a scegliere questo mestiere. Stefania Steele è italo-inglese, dopo la maturità classica ha conseguito una laurea magistrale in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Verona. Ha condotto studi prevalentemente di tipo umanistico, interessandosi a filosofia, letteratura e linguistica applicata all’insegnamento delle lingue straniere. Ha insegnato lingua e cultura italiana (L2) a studenti universitari stranieri a Verona e negli Stati Uniti, sempre in ambito accademico. Ora insegna inglese (L2) nella scuola secondaria di primo e secondo grado in Italia.
Durante il periodo all’estero le è stato possibile farsi un’idea delle motivazioni che spingono gli stranieri a studiare la nostra lingua?
La motivazione che spingeva gli studenti di Salisburgo, in visita a Verona, a studiare l’italiano era per lo più di natura culturale o professionale. Altri avevano legami familiari con l’Italia.
Gli studenti statunitensi della Northwestern University, a Evanston nell’Illinois, dovevano obbligatoriamente sostenere due esami di lingua straniera. Molti sceglievano l’italiano perché avevano già una discreta conoscenza dello spagnolo ma anche perché gli statunitensi, in genere, hanno un vivo interesse verso la cultura italiana. Gli studenti d’italiano L2 si possono dividere in due gruppi: quelli che studiano italiano perché interessati alla moda, l’arte figurativa, la musica, il teatro o canto lirico e quelli che lo scelgono per acquisire una lingua straniera percepita come simile allo spagnolo ma non troppo complessa, come invece viene considerato il francese. Imparare l’italiano è per alcuni motivo di vanto: tutto ciò che proviene dall’Italia è considerato cool.
Quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano nell’insegnare italiano agli stranieri?
Forse la difficoltà maggiore è quella di insegnare la lingua nella sua complessità: la ricchezza di vocaboli e la fraseologia. L’italiano può essere imparato con facilità per comunicare a livello base. Più difficile è insegnare le innumerevoli sfumature di significati e il carico culturale e storico della lingua. Un ulteriore scoglio è l’uso corretto del congiuntivo.
Che cosa consiglierebbe a chi pensa di intraprendere questa professione?
Nelle prime fasi di insegnamento, consiglierei di focalizzare l’attenzione degli studenti sulle strutture fonetiche e fonologiche della lingua. L’acquisizione di una discreta pronuncia, la progressiva familiarità con un’intonazione corretta e il ritmo proprio del parlato aiutano lo studente a decodificare in maniera più efficace quello che sentono e di conseguenza saranno in grado di farlo proprio e riprodurlo. Essere in grado di comunicare usando la voce nel modo più chiaro ed espressivo possibile è un requisito fondamentale per un insegnante di lingue.