La rassegna jazz Metti un venerdì sera al Teatro Gavazzeni, si è conclusa con la serata più attesa: la presentazione dello spettacolo inedito In viaggio con Ulisse, l’ultima fatica del maestro Marco Gotti e della JW Orchestra.
Da dove nasce lo spettacolo In viaggio con Ulisse
L’orchestra jazz ha messo in scena una composizione inedita del maestro Marco Gotti, un insieme di brani originali uniti da un unico filo conduttore, l’amore per l’Odissea di Omero.
Alla domanda sul motivo di tale scelta, il compositore risponde con un disarmante «perché l’ho sempre amata!». Ricorda infatti la sua infanzia: «da ragazzino chiedevo a mio padre di portarmi al cinema a rivedere lo sceneggiato Rai con Irene Papas, per rivivere quella storia».
Una volta cresciuto, l’amore per i personaggi non è diminuito, «fino a che ho deciso di scriverci sopra».
Sul palco a presentare i brani è il maestro Stefano Bertoli che, in breve, ricorda «l’importanza di raccontare un viaggio, che in realtà è la nostra vita».
In effetti, «tutti cerchiamo Itaca – conferma – perché, come diceva Calvino, sarà sempre Odissea».
Ricca di spunti interessanti e riferimenti colti, la presentazione non banale e all’insegna della leggerezza calviniana, porta a fare un viaggio nuovo su una rotta già percorsa.
In viaggio con Ulisse, dove i personaggi sono vestiti di jazz
La musica del maestro Gotti è declinata sui personaggi: «Li ho scelti e ho pensato alle loro caratteristiche. La gioventù, la sensualità, la paura: tutto può essere reso in musica.» Soprattutto con una “musica d’arte”, come è solito definire il jazz.
Tanti i valori e gli archetipi che passano tra gli assoli e le parole. Innanzitutto la famiglia, rappresentata da Ulisse, Penelope e Telemaco, i brani che aprono lo spettacolo. Anche un ascolto non tecnico può cogliere gli elementi che accomunano i tre momenti, declinati però all’insegna della potenza, dell’accoglienza e dell’irrequietezza, proprio come i personaggi scelti.
Un drammatico contrabbasso introduce la figura tragica in Polifemo e insolite percussioni fanno percepire il soffiare dei venti in Eolo.
«Circe, la maga potente; Antinoo il nemico giurato e la sua compagnia di Proci che nell’unisono dell’orchestra creano quel branco descritto tanto bene nell’Odissea; Calipso e Nausicaa, unite per il contrasto tra la semidea e la giovane ingenua, ma anche dall’amore per l’Eroe» Gotti e Bertoli ricordano tutto questo.
Itaca, la fine del viaggio?
Infine Itaca. Lì ci portano le note di un viaggio che sembra essere arrivato alla fine. Ma non è così, «perché il viaggio non finisce mai. L’Odissea non cambia, ma noi sì, proprio come ogni rotta che scegliamo in tempi diversi e ci dà qualcosa di differente», conclude Bertoli.
Perché dopotutto, sembrano ricordare al pubblico i maestri della JW Orchestra scegliendo proprio Eolo come bis, Ulisse non si ferma nella sua isola. Riparte, col favore di quel vento, verso le Colonne d’Ercole, ma questa è un’altra storia.