Sarà anche uscito nel 1973, ma sicuramente Il valzer degli addii di Milan Kundera è tornato di attualità. Basti pensare alle statistiche sulla presenza di troppi ginecologi obiettori di coscienza negli ospedali italiani, le correnti antiabortiste che si stanno imponendo in un certo numero di stati americani, il Leone d’Oro appena assegnato a un film che tratta proprio il tema dell’aborto.
I punti di vista
La storia de Il valzer degli addii si dipani in un arco di soli cinque giorni, eppure mette in gioco diversi personaggi significativi. Quelli che danno l’avvio alla vicenda, sono la giovane infermiera Ružena e il famoso musicista Klíma. Ma è fondamentale anche la presenza di Kamila, la moglie di Klima, e di due uomini su cui ricade gran parte del dibattito etico e scientifico: il ricco americano Bertlef e il medico (per l’esattezza ginecologo) Škreta.
Proprio il dibattito diventa un elemento cardine del libro: intorno a una singola circostanza, ovvero la gravidanza indesiderata di Ružena, che ha concepito il bambino con un uomo sposato, si muovono posizioni diverse. Il discorso si allarga al contrasto fra scienza e fede, al conflitto fra principi etici opposti ma legittimi. Ciascun personaggio si fa portatore di un punto di vista, in cui i grandi temi dell’esistenza umana convivono con la piccolezza e l’occasionalità dei singoli eventi.
Il valzer degli addii pone delle domande
L’impianto “dialogico” del romanzo era stato confermato dallo stesso Kundera, quando affermava che la struttura del suo testo poteva alludere al Simposio di Platone. C’è inoltre la tendenza dell’autore a inserire, in determinate scene, molte domande. Interrogativi che i personaggi si pongono trovandone gli spunti in momenti quotidiani, e anche in questo caso portando il discorso da un piano occasionale a un piano universale.
Se Olga fosse stata solo un po’ più stupida, forse si sarebbe considerata carina. Invece era intelligente e si vedeva molto più brutta di quanto non fosse in realtà, giacché, a dire il vero, non era né brutta né bella, e qualsiasi uomo di esigenze estetiche normali avrebbe passato volentieri la notte con lei.
Milan Kundera, “Il valzer degli addii”
Poiché Olga amava sdoppiarsi, anche in questo momento quella che osservava mise a tacere quella che viveva: che cosa importava essere fatta così o in altro modo? Perché si tormentava a causa di un’immagine allo specchio? Possibile che non fosse nulla di più che un oggetto agli occhi degli uomini? Una merce che porta se stessa al mercato? Non era proprio capace di essere indipendente dal proprio aspetto, almeno nella misura in cui lo è ogni maschio?
La straordinaria attualità del romanzo si estende a questo e ad altri temi, dominanti nella letteratura contemporanea. Tutto questo rende Il valzer degli addii una lettura che vale la pena di recuperare; specie in questo tempo in cui le persone tendono a proclamare risposte prima ancora di aver assimilato le domande stesse.