Il progetto pilota #ioleggoperchéLAB-NIDI, organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) in stretta collaborazione con Fondazione Cariplo, ha l’ambizione di contrastare le diseguaglianze nelle aree più disagiate d’Italia.
La necessità da parte di educatori e bambini di avere a disposizione più libri ha fatto sì che nascesse l’iniziativa riguardante 250 nidi nelle zone fragili della Lombardia e in alcune province piemontesi come Novara e Verbano-Cusio-Ossola.
Le biblioteche dei nidi situati in tali zone hanno potuto vedere crescere la dotazione delle loro biblioteche del 50%. I bambini coinvolti risultano oltre 7000, mentre gli educatori 1250. La carenza dei libri nelle biblioteche creava delle difficoltà notevoli al 70% degli educatori intervistati: dovevano portarsi i libri da casa per poter svolgere le attività in aula.
I dati sono emersi dall’indagine condotta dall’Università di Bologna – Dipartimento di Economia, a cura del prof. Antonello Scorcu, e dall’Ufficio studi AIE. Oggi, giornata inaugurale della 60a edizione della Bologna Children’s Book Fair (6-9 Marzo 2023), sono stati portati all’attenzione per documentare i primi esiti dell’iniziativa, che ha il supporto dell’Osservatorio bibliografico Nati per Leggere, dell’Università di Bologna e della stessa Bologna Children’s Book Fair.
#ioleggoperchéLAB-NIDI: portare opportunità dove ce ne sono meno
«Con questo progetto, insieme ad AIE, ci siamo rivolti al mondo dei più piccoli e lo abbiamo fatto andandoli a cercare in modo capillare» ha dichiarato il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti.
La volontà è stata quella di individuare e coinvolgere nell’iniziativa i nidi più fragili, quelli caratterizzati dalla presenza di famiglie con le maggiori difficoltà. «Il futuro dei bambini è la priorità» ha continuato Giovanni Fosti. «Ci auguriamo che questa sperimentazione possa proseguire e ampliarsi. Vogliamo continuare a creare valore per tutti i soggetti coinvolti, e generare conoscenza che permetta di intervenire sempre meglio per il futuro dei nostri bambini».
Libri come mezzo per l’inclusione sociale
Avvicinare i più piccoli al mondo della lettura ha un obiettivo che oltrepassa le attività didattiche, poiché i libri rappresentano uno strumento fondamentale per perseguire l’inclusione sociale e contrastare le diseguaglianze. A pensarlo è il presidente di AIE Ricardo Franco Levi. «Per la prima volta il modello di #ioleggoperché è arrivato a coinvolgere il mondo dei nidi» ha dichiarato. «Le indagini condotte dall’Università di Bologna e dalla AIE ci dicono che il lavoro fatto ha un impatto. Ci auguriamo che questa iniziativa possa fare da apripista per altri territori».
ioleggoperché e #ioleggoperchéLAB-NIDI
Dalla famosa iniziativa di AIE che ha lo scopo di potenziare le biblioteche scolastiche deriva #ioleggoperchéLAB-NIDI. In sette anni dalla sua nascita, #ioleggoperché ha portato quasi 2,5 milioni di libri nelle scuole italiane: i 250 nidi selezionati da Fondazione Cariplo hanno partecipato ricevendo libri donati acquistati nelle librerie del territorio gemellate.
Dieci libri, uguali per tutti, che sono stati scelti dall’Osservatorio bibliografico di Nati per Leggere, insieme a undici video formativi, sempre a cura di Nati per leggere, a uso di genitori ed educatori (i video sono stati messi a disposizione di tutti i nidi italiani sulla piattaforma ioleggoperche.it).
I libri presenti nei 250 nidi sono passati così, grazie al progetto, da una stima di 11.238 a 16.417. La crescita percentuale è del 46,6%. Libri che sono serviti per raccontare storie, prendere confidenza con l’oggetto libro, imparare a riconoscere persone, animali e cose, comprendere il significato delle parole e associarle correttamente, vedere le illustrazioni.
Il ruolo della politica nella disparità sociali
L’iniziativa, senza dubbio lodevole, mettendo in risalto situazioni di disparità nelle varie zone d’Italia fa riflettere sul fatto che la politica potrebbe e dovrebbe fare di più, per risolvere tali diseguaglianze. Progetti come quello presentato stamattina alla Bologna Children’s Book Fair dovrebbero servire come campanelli d’allarme per stimolare risoluzioni del problema attraverso la messa in pratica di politiche sociali concrete, che vedano come attori principali le istituzioni.