Sulla copertina de ”Il profilo dell’altra”, pubblicato da edizioni E/O e partorito dalla penna di Irene Graziosi, c’è uno specchio d’argento, quadrato e spezzato. Il senso e il fascino di questo titolo, che in molti già considerano come il caso editoriale di questo 2022 ancora a metà, è tutto in questa immagine. Qual è il successo di Irene Graziosi per il libro?
“Tu le devi fornire una personalità. È molto semplice. Lei funziona così, è un contenitore vuoto.”
Il libro di Irene Graziosi: uno specchio spezzato, un riflesso deforme
La voce narrante del romanzo, Maia, è tagliente e crudele proprio come un frammento di vetro: osserva il mondo e ce lo descrive senza sconti. La voce della ragazza è asciutta e nasconde la sua crudeltà dietro le pieghe dell’oggettività, lasciandola trapelare, di tanto in tanto, solo in qualche aggettivo; è una protagonista indolente, sgradevole e giudicante con cui è difficile entrare in sintonia, uno specchio spezzato che vuole convincerci – e convincersi – che il riflesso deforme che descrive sia la realtà.
La sua vita, fatta di coccodrilli di gelatina vecchie serie televisive, di un fidanzato che non la comprende e di studi lasciati a metà, cambia quando incontra Gloria, un’influencer con due milioni di follower, che la sceglie come Image Consultant.
“Il profilo dell’altra” si immerge nel mondo acquitrinoso dei social e della comunicazione, dell’immagine e dell’apparenza, portando a galla tutte le sue contraddizioni e degenerazioni. Attraverso il dialogo e la relazione tra Maia e Gloria l’autrice parla di come guardiamo il mondo e di come vediamo noi stessi; di quanto siamo cambiati per seguire la corrente e dell’obolo costoso che questo cambiamento ha imposto. Il mondo intero si riduce a essere il riflesso deforme di se stesso, un gioco di specchi che sembra non avere sostanza né senso.
Il profilo dell’altra è davvero il ”caso editoriale” del 2022?
Sicuramente il libro di Irene Graziosi ”Il profilo dell’altra” è un romanzo interessante, una storia d’amicizia che riesce a parlare in maniera inedita di temi sempre al centro dell’attenzione e di cui si sta discutendo tanto. Ma è sufficiente a definirlo un caso editoriale? Difficile dirlo.
Si tratta indubbiamente di un buon romanzo che, tuttavia, forse si lascia sfuggire i personaggi tra le pagine: lo sguardo cattivo di Maia, le tragedie del suo passato, l’incontro con Gloria avrebbero potuto forse essere ancora più intensi, violenti e più veri; più crudeli.
Quello di Irene Graziosi è certamente un buon esordio. Non possiamo che sperare che, la prossima volta, la sua penna riesca ad andare ancora più in fondo, fino alle ossa.
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