Chiara Ferragni ha condotto la prima puntata di Sanremo insieme ad Amadeus e a Gianni Morandi. Scendere le scale dell’Ariston accompagnati da una colonna sonora rappresentativa di sé è un’occasione unica per portare dei messaggi e spendere delle parole in grado di arrivare, in contemporanea, a milioni di italiani.

Per questo, non bisogna pensare che le parole del monologo di Chiara Ferragni siano state spese a caso. Com’è apparsa, quello che ha indossato e quello che ha detto, anzi, sono stati frutto di studio e riflessione su come la società vede la donna.
Banale, forse. Ma forse, a volte c’è bisogno di ricordarsi delle piccole cose.
Il monologo di Chiara Ferragni
A un primo ascolto, il monologo di Chiara Ferragni sembra autocelebrativo. Quanta banalità, una lettera alla piccola se stessa per ribadire che tutti i suoi sogni sono al di là della paura e che l’insicurezza fa parte della vita.
In realtà non bisogna sottovalutare la portata di queste parole. Sono semplici, è vero, ma d’altro canto la Ferragni non è Elsa Morante, né deve aspirare a esserlo. E poi, la semplicità è una dote, non bisogna dimenticarlo.

In questi giorni in cui l’Italia è sconvolta per il suicidio della diciannovenne all’università Iulm di Milano e riflette su quanto sia profonda la cultura del successo in una società come quella di oggi, il discorso di Chiara Ferragni acquisisce tutt’altro valore, sembra d’un tratto meno… facile.
Chiara Ferragni nel suo monologo parla di affermazione ma anche di paura e sessismo
Si può avere paura, è lecito sbagliare, va bene non piacere a tutti, se sei donna va bene non fare solo la mamma. Come dicono gli antichi, repetita iuvant.

In un’Italia che vede le ragazzine spegnersi all’odore del fallimento, c’è bisogno che un volto pubblico usi la sua immagine per ribadire questi concetti. C’è bisogno di Chiara Ferragni che si apre al Paese e dica che anche lei è spaventata, proprio come tantissimi giovani che la seguono.
Inutile girarci in tondo, si vive nell’epoca dei personaggi. Chiara Ferragni ha lavorato e lavorato, ha usato la sua immagine diventando un brand vivente, imprenditrice di se stessa fino all’ultimo capello targato Pantene. Quel mito inarrivabile e scevro dai difetti è bene che, in seno all’Ariston, abbia calato la maschera mostrando l’emozione e sì, anche un po’ di terrore. Perché la paura non qualcosa da evitare a tutti i costi: dà la misura a ciò che si fa.
E temendo la scalinata di Sanremo, il confronto con l’Italia intera, scoprendo apertamente il fianco delle proprie emozioni, Chiara Ferragni non solo si è mostrata nel suo vestito più umano, ma anche rispettosa della scena che ha calcato. Quello che, insomma, non si può dire di Blanco, che con il suo comportamento ha mostrato esattamente come l’assenza di paura renda l’uomo scioccamente arrogante.
Il testo integrale del monologo di Chiara Ferragni
Ciao bimba, ho deciso di scriverti una lettera. Ogni volta che penso a te mi viene da piangere e non so bene neanche il perché, ma forse è perché mi manchi, forse perché vorrei poterti fare uscire fuori un po’ di più, farti vedere quella che oggi è la mia vita.
Sai, la gente mi conosce e mi chiede selfie insieme. È una bella sensazione venire apprezzata da milioni di persone, poi sai, non piaccio proprio a tutti, ma piaccio a me stessa e questo è un ottimo inizio. Il tuo futuro? Una premessa: ho sempre cercato di renderti fiera, tutto quello faccio lo faccio per te, per la bambina che sono stata.

Ma c’è una cosa che mi fa stare male in qualunque fase della mia vita, che mi accompagna dalla cameretta fino ai red carpet. È un pensiero fisso nella mia testa: non sentirmi abbastanza. Quando ci penso vorrei solo poterti abbracciare forte, perché quando ho pensato qualcosa di negativo su di me lo ho pensato anche di te e tu non lo meriti. Vorrei dirti soprattutto questo, sei abbastanza e lo sei sempre stata. Tutte quelle volte che non ti sei sentita abbastanza bella, intelligente, lo eri e sai, in certi momenti ti sentirai ancora così. Questo è uno dei quei momenti, è normale che lo sia. Le sfide più importanti sono sempre con noi stessi.
Cominciamo piccola Chiara, parliamo della tua vita. Crescendo avrei tanti momenti di felicità, ma anche alcuni densi di paura e ansia e sai cosa ho imparato? Goditi il vento, vivi quei momenti con tutta te stessa, piangi, arrabbiati, urla se devi, fanno parte del tuo percorso e più che mai dei te. Un amico un giorno mi ha detto: nessuno fa la fila per delle montagne russe piatte. Vivile al massimo, sia quando sono altissime che ti manca il fiato, sia quando sali che la vita ti sembra un traguardo lontano.
Sai cosa ho imparato? Che se una cosa ti fa paura è la cosa più giusta da fare, alcune le sconfiggerai, altre ti faranno compagnia per tanto tempo, ma capirai che va bene così. Abbiamo tutti la scritta fragile, siamo scatole che contengono meraviglia e vanno aperte con cura. Ho due bambini bellissimi adesso, la somma immensa di un sentimento perfetto, ma di Fede non ti dico nulla, non ti voglio togliere la meraviglia dell’amore vero. Diventerai una madre anche tu e sarai sempre la stessa persona, con gli stessi dubbi e le insicurezze di sempre.
Anche i tuoi genitori, che ti sembravano infallibili, hanno la consapevolezza a volte di sbagliare. Sarà semplice fare i genitori? Mai. Sarà il lavoro più duro di tutti e l’unica persona che potrà dare un giudizio finale sono i tuoi figli. Ti sentirai quasi sbagliata ad avere altri sogni al di fuori della famiglia.
La nostra società ha dei ruoli definiti: sei solo una mamma. Quante volte la società fa sentire in colpa le donne perché vanno al lavoro stando dietro ai figli? Sempre. Quante volte lo stesso trattamento agli uomini? Mai. Ma se il tuo pensiero va sempre ai figli, stai facendo la cosa giusta. Se farai sempre del tuo meglio per i tuoi figli, togliti il dubbio, forse sei una brava madre, non perfetta, ma brava abbastanza. Un consiglio: celebra sempre i tuoi successi, non sminuirti mai di fronte a nessuno. Noi donne siamo abituate a farci piccole davanti a uomini duri. Se non mostri il tuo corpo sei una suora, se lo mostri troppo sei una prostituta.
Essere una donna non è un limite, dillo alle tue amiche e lottate insieme ogni giorno per cambiare le cose. Io ci sto provando, anche in questo momento. Senti come batte il mio cuore? Riconosci queste emozioni? Ti vorrei abbracciare piccola Chiara, per dirti che alla fine andrà tutto bene e che sì, sono fiera di te.