Vista da qui. Piccole tragedie quotidiane (ed. Longanesi) è il genere di libro che da Paola Barbato non ti aspetti. Lei stessa, infatti, ha più volte specificato che, quando le fu proposto, l’idea le aveva causato qualche perplessità. E invece funziona.
Vignette a tempo perso
Si tratta di un libro che (A) non è un fumetto, (B) non è un romanzo e men che meno un thriller, (C) contiene dei disegni. Suoi, cioè, di Paola Barbato: la quale, normalmente, tutto è ma non disegnatrice. Però, pubblicare un libro che contenesse delle vignette realizzate da lei, come quelle che occasionalmente l’autrice aveva mostrato ad amici e follower, era la richiesta dell’editore. È bastato prendersi il tempo di discuterne per trovare il giusto punto d’incontro e arrivare appunto a Vista da qui. Piccole tragedie quotidiane: più di 250 pagine farcite di aneddoti familiari, frammenti di vita e momenti topici di varia natura, corredati da vignette e disegnini. Come in un diario personale.
Ho navigato a vista. Scrivevo quando mi veniva in mente qualcosa che secondo me poteva essere interessante, divertente, o che comunque aveva senso raccontare… anche “depredando”! Nel senso che due o tre di questi frammenti, di questi piccoli racconti, si ispirano a grandissimi libri. Cito l’esempio di Caos calmo, il cui protagonista, per occupare il proprio tempo e la propria testa, fa la lista delle case in cui ha vissuto, o delle macchine che ha avuto: cosa che ho fatto anche io. Quindi ho fatto la lista delle case in cui ho vissuto caratterizzando ogni casa, dei cani che ho avuto caratterizzando ogni cane (non che ne avessero bisogno), delle auto che ho avuto.
Paola Barbato, durante la presentazione di Vista da qui. Piccole tragedie quotidiane presso la libreria Jolly del Libro di Verona
Ridere e sorridere, ma con garbo
La particolarità di Vista da qui. Piccole tragedie quotidiane è che, a differenza di libri analoghi scritti da personaggi più o meno famosi, non ha la pretesa di farti sbellicare dalle risate a ogni riga. In libreria, è abbastanza facile imbattersi in volumi composti da capitoletti brevi che ironizzano su questo o quell’evento, sull’inettitudine in cucina, sui rapporti con i figli. Insomma, vari argomenti adatti a stendere il tappeto rosso su cui cedere il passo a battute, gag, freddure.
Questo no. Questo racconta aneddoti e vicende familiari certamente con un velo di ironia e inducendo al sorriso, ma senza risate sguaiate né sarcasmi. C’è del garbo in queste pagine, c’è un senso del raccontare che non cerca esagerazioni ma si limita quasi sempre a riferire la vita così com’è, con le sue stranezze e le sue idiosincrasie. E qualche momento che, anzi, non è allegro nemmeno un po’. Perché in fondo è anche di questo che è fatta la vita: di equilibrio, di compensazione. Della capacità di lasciarsi guardare come se fosse una storia, che non ha bisogno di inventare trame né personaggi.