Il Giorno della Memoria rischia di cadere nell’oblio. La forte preoccupazione è stata sollevata di recente dalla senatrice a vita Liliana Segre, durante la presentazione a Palazzo Marino a Milano con il sindaco Beppe Sala, del programma dedicato agli eventi commemotivi a tema Shoah.
Eppure, come scrive Primo Levi: L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria. Ecco come fissare bene il segnalibro, ricordando un evento atroce, che ha segnato la Storia dell’umanità.
L’evento storico
Sul finire della Seconda Guerra Mondiale i cancelli di Auschwitz vengono abbattuti dalla 60esima armata dell’esercito sovietico. Corre il 27 gennaio 1945 e i militari, dopo una battaglia in cui cadono 200 sovietici, si trovano in uno scenario desolante. Novemila prigionieri ebrei sono presenti, di cui 600 morti a causa degli stenti.
I sopravvissuti hanno la salute fortemente compromessa e non sono stati terminati dalle SS, prese dalla fuga insieme ad altri 60mila ebrei fatti marciare lontano dal campo. Prima di fuggire, i militari tedeschi riescono a distruggere diverse strutture, alcune delle quali contengono i forni crematori industriali e i beni delle vittime dello sterminio. Il tentativo di eliminare le prove dei crimini commessi. Ma la Storia fa pagare il suo scotto.
Con il tempo, il 27 gennaio ha assunto un significato simbolico: la fine della persecuzione del popolo ebraico a opera dei nazisti, tradotto nel Giorno della Memoria.
L’istituzione del Giorno della Memoria
L’Italia è stato uno dei primi paesi a istituire la Giornata della Memoria a livello nazionale: il 20 luglio del 2000 viene approvata la legge 211. Con questa disposizione si prevede l’organizzazione di eventi commemorativi e di riflessione di varia natura, con un focus particolare sulle scuole e sui più giovani.
L’obiettivo è quello di non dimenticare mai la Shoah, affinché, come dice la stessa legge: simili eventi non possano mai più accadere. Il 1° novembre 2005 l’Assemblea Generale della Nazioni Unite si riunisce per istituire la Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell’Olocausto.
Il testo prevede interventi mirati a mantenere viva la memoria della Shoah. Inoltre rifiuta ogni forma di negazionismo dell’evento storico, prevedendo la conservazione dei luoghi dove si è svolto uno degli atti più aberranti della storia. Inoltre il Giorno della Memoria diventa anche il momento in cui si condanna ogni forma e manifestazione di odio verso persone e comunità motivate da differenze religiose ed etniche.
Le testimonianze dei sopravvissuti
Se nel romanzo I sommersi e i salvati Primo Levi dà voce al senso di colpa provato da chi è riuscito a sfuggire dall’orrore dei lager, nella vita troviamo ancora i volti di chi si è salvato. L’orrore resta dentro, ma proprio il sorriso, l’abbraccio ai figli e ai nipoti, sono il saluto alla vita.
Liliana Segre è tra 25 sopravvissuti su 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz. Ricordare significa dare voce a chi è stato investito da questo orrore e, tuttavia, è riuscito a ricostruirsi una vita.
Testimonianze dirette che, con il tempo saranno perse; da qui la necessità di ricordare si fa più forte. Già perché la crudeltà della Shoah sta nel suo essere stata pianificata con razionalità, realizzando una forma di persecuzione senza precedenti.
L’arte per non dimenticare
Il Giorno della Memoria ispira l’arte: negli ultimi anni la Shoah è stata al centro di tanta produzione creativa. Storia di una ladra di libri di Markus Zusak e Il bambino con il pigiama a righe di John Boyle sono stati trasposti cinematograficamente, lasciando molte suggestioni tra il pubblico.
In Italia, i bambini sono protagonisti di due lavori molto diversi tra loro ma incisivi: il toccante e coinvolgente La bambina e il nazista (Mondadori) scritta a quattro mani da Franco Forte e Scilla Bonfiglioli e Il bambino che disegnava le ombre (Rizzoli) di Oriana Ramunno con un’impronta di mistero che intriga.
Non si dimenticano i classici: dall’evergreen Il diario di Anna Frank a quel capolavoro che è Schindler’s List, passando per La vita è bella di un Roberto Benigni che ha portato una leggerezza che sembrava non potesse calzare a un argomento quale la Shoah.
L’evento è trattato da diversi artisti e autori attraverso mood diversi, anche nel comics. E così si cerca di non dimenticare.
Il Giorno della Memoria, oggi
Il Giorno della Memoria dovrebbe essere un monito per tutti. Se da una parte la senatrice a vita Liliana Segre ha sollevato forti preoccupazioni perché la gente è stanca di sentire parlare degli ebrei, dall’altra ci sono eventi che continuano a martoriare il nostro pianeta.
Oltre a forme di persecuzione legate a motivi etnici, religiosi e culturali, non mancano guerre, diatribe, ma anche odi che si esprimono attraverso episodi di bullismo e cyber-bullismo, body shaming e discriminazioni.
Le lezioni della Storia sembrano avere un effetto limitato. Inoltre, l’impressione è che ci si stia allontanando dal baricentro dei diritti e di quella tolleranze che unisce le persone. Ricordare diventa un dovere, ma con la sensibilità di chi capisce che il male non è così banale nel suo essere quotidiano. Non togliere il segnalibro diventa indispensabile.