Il menestrello del rock, o del folk, celebrato e omaggiato al cinema da registi come Martin Scorsese (No Direction Home) e Todd Haynes (I’m not there, interpretato da Christian Bale, Cate Blanchett, Marcus Carl Franklin, Richard Gere, Heath Ledger e Ben Whishaw), fonte di ispirazione per altri grandi della musica (Lou Reed, Neil Young, Bruce Springsteen, Tom Petty, Roger Waters, Nick Cave, Keith Richards, Patti Smith, Iggy Pop, Tom Waits), osannato dalle masse e vilipeso per via della sua “svolta elettrica” nel 1965 viene analizzato nella mostra Bob Dylan, Retrospectrum, la prima retrospettiva in Europa a lui totalmente dedicata.
Bob Dylan, Retrospectrum
Iniziata nel dicembre 2022 al MAXXI (Museo nazionale delle Arti del XXI secolo) e curata da Shai Baitel, la retrospettiva giunge nella Capitale dopo essere stata al MAM di Shanghai e al Patricia & Phillip Frost Art Museum di Miami.
Al suo interno è possibile conoscere la vita di Dylan grazie a oltre 100 opere tra dipinti, acquerelli, disegni a inchiostro e grafite, sculture in metallo, materiale video, che esplorano oltre 50 anni di attività creativa del cantautore.
Per l’occasione, verrà donata al museo un’opera di Dylan che arricchirà la collezione pubblica nazionale del MAXXI. Un lavoro che nasce intorno alla celebre canzone del 1965 Subterranean Homesick Blues (presente anche in No Direction Home) che vanta il primo (e forse più celebre) video musicale della storia.
In questo, Dylan fa cadere al ritmo della musica una serie di fogli con il testo della canzone, scritti la sera prima da un gruppo di amici fra cui Allen Ginsberg, riconoscibile nel film. Nel 2018, Dylan ha riscritto questi testi su 64 cartelli, allestiti a comporre una parete di fianco allo schermo. Subterranean Homesick Blues Series unisce così arti visive, parole e musica.
È molto gratificante sapere che le mie opere visive siano esposte al MAXXI, a Roma: un museo davvero speciale in una delle città più belle e stimolanti del mondo. Questa mostra vuole offrire punti di vista diversi, che esaminano la condizione umana ed esplorano quei misteri della vita che continuano a lasciarci perplessi. È molto diversa dalla mia musica, naturalmente, ma ha lo stesso intento
Bob Dylan (sulla retrospettiva al MAXXI)
Il pensiero dietro Retrospectrum
Come scrive lui stesso nel catalogo della mostra (a cura di Shai Baitel e pubblicato da Skira), le sue opere d’arte visiva raccontano “il paesaggio americano come lo si vede attraversando il paese, osservandolo per quello che è. Restando fuori dalle grandi arterie e percorrendo solo strade secondarie, in totale libertà”.
Nel percorso della mostra è possibile ammirare anche il The Drawn Blank, una diario illustrato nel quale sono raffigurate istantanee della vita in strada: ritratti, luoghi storici, panorami e angoli nascosti (la serie nasce da una raccolta di schizzi a matita carboncino e penna realizzati tra l’89 e il 92 durante le tournèe in America, Europa e Asia). Grandi metropoli, paesaggi brulli e sterminati, binari ferroviari, strade aperte, automobili, camion, pompe di benzina, motel, baracche, bar, negozi, cortili, cartelloni pubblicitari, insegne al neon: come nelle sue canzoni e nelle sue poesie, anche nei suoi dipinti Dylan rende poetica l’America più profonda.
Una mostra, questa, che non solo permetterà al pubblico di conoscere e approfondire l’immagine di Dylan, ma anche di comprendere uno spaccato di Storia molto profondo e ricco di cambiamenti.