Cosmogonie, infanzia di personaggi amati, nascita di stirpi e dinastie: il mondo dei prequel è un ponte verso il misterioso passato delle saghe più popolari
Una volta si diceva semplicemente “il seguito” oppure “il due”, e lo si diceva con malcelata diffidenza. Quando un prodotto ben accolto dal pubblico (libro o film che fosse) era caratterizzato da una carica innovativa, tentare di replicarne il successo con un prodotto analogo che ne proseguisse le vicende era da un lato seducente, dall’altro azzardato. Andò bene per esempio a Salgari, che più di una volta partì da singoli romanzi e li trasformò poi in serie (avvenne ad esempio con il ciclo dei pirati della Malesia, quello dei pirati delle Antille, quello del Far West); andò meno bene ad Ann Rice, le cui prosecuzioni di Intervista col Vampiro hanno avuto un riscontro modesto in confronto al primo libro. In ambito cinematografico, se un’opera non è nata da subito per essere divisa in più episodi, con una coerenza interna alla serie, è facile che i seguiti tendano a trascinarsi o a imitarsi senza una vera ragion d’essere: Grease 2 fu un flop clamoroso che rischiò di affossare la carriera di una giovanissima Michelle Pfeiffer, idem Basic Instinct 2 che non ha certo fatto bene alla professionalità di Sharon Stone.
Quando una serie di libri o di film ha successo, e gli autori riescono a svilupparla in modo sensato garantendole un certo numero di sequel, arriva comunque il momento in cui da un lato l’idea di proseguire ulteriormente si fa rischiosa e dall’altro l’interesse del pubblico tende a spostarsi. Invece di continuare a chiedersi “e dopo?”, inizia a sorgere una nuova domanda: “e prima?”. Una domanda che riguarda soprattutto le grandi saghe fantastiche, i cui personaggi si muovono in un mondo che, se è stato ben costruito, ha caratteristiche originali e intriganti – soprattutto per quel che riguarda i popoli che lo abitano, la loro cultura, le tradizioni, le dinastie regnanti, i rapporti di parentela, gli antenati dei protagonisti. Tutti argomenti su cui lettori e spettatori vogliono sapere di più.
Quando il worldbuilding si fa storia
Uno dei prequel più famosi nella storia della letteratura è il Silmarillion di Tolkien, che contiene non solo leggende dal lontano passato della Terra di Mezzo, quelle che hanno forgiato l’assetto geopolitico ed etnico del continente durante le avventure dello Hobbit e del Signore degli Anelli, ma arriva a contemplare una vera e propria cosmogonia, l’equivalente della Genesi biblica, con la creazione del mondo e delle specie che lo popolano. Meno ambizioso è il prequel di un’altra saga fantasy nota al grande pubblico, Il Trono di Spade: l’ultimo romanzo di George R. R. Martin, Fuoco e sangue, racconta tempi ed eventi che nella saga vengono spesso menzionati come parti fondamentali della storia delle casate, ma non erano mai stati raccontati per filo e per segno. Nella nuova duologia lo saranno, e infatti il sottotitolo di Fuoco e sangue recita: “300 anni prima del Trono di Spade i draghi regnavano su Westeros”. Sulla stessa linea si pone Fu sera e fu mattina, il romanzo di Ken Follett che precede la saga di Knightsbridge, partendo indietro nel tempo da un’incursione vichinga del 997 per poi imbastire una lunga storia che andrà a ricongiungersi al celeberrimo I Pilastri della Terra. Anche La ribellione dei Lycans, prequel della saga cinematografica dark fantasy Underworld, basata sul conflitto millenario tra il popolo dei Vampiri e quello dei Lycans, si colloca centinaia di anni prima, a rivelare come e perché ebbe inizio l’interminabile scontro. Lo stesso dicasi per i due libri prequel di Maze Runner: sono ambientati pochi anni prima della saga ma scelgono un momento importante, quello in cui iniziava a diffondersi il morbo che avrebbe poi dato origine alla storia principale.
Più mirati alla scoperta di personaggi specifici e del loro passato sono altri prequel come il recente Hunger Games: Ballata dell’usignolo e del serpente di Suzanne Collins, che indaga sul passato di Coriolanus Snow, temibile antagonista presentato nella fortunata saga distopica: come è giunto al potere? Com’era da giovane, perché è diventato ciò che è diventato? Stesso meccanismo, anche se orientato su un registro meno drammatico, quello dei film Disney che raccontano la vita di famosi “cattivi”, come avviene in Malefica (che, a proposito, ha avuto un dimenticabile sequel) e come avverrà in Crudelia. Il fortunato ciclo di Harry Potter ne ha generato un altro, almeno al cinema, quello di Animali Fantastici: location diversa (gli USA invece del Regno Unito) e tempi diversi (gli anni Venti invece dei primi anni Duemila), ma stessa ambientazione complessiva. E chiudiamo questa carrellata di esempi con alcuni prequel che fanno capo alla stessa, epica saga, quella di Star Wars, ma con esiti diversi: Rogue One e Solo hanno avuto un’accoglienza più che dignitosa da critica e pubblico, mentre la trilogia che racconta la storia di Anakin Skywalker e della sua metamorfosi in Darth Vader non è granché amata. Proprio come i sequel, anche i prequel non sono un’automatica garanzia di successo e anzi comportano la loro parte di rischi.