Ottobre è il mese dedicato a Halloween e all’orrore. Ogni giorno che passa accorcia le distanze con la notte di Ognissanti, quella in cui le nostre paure sono più vicine che mai. Quale modo migliore per prepararsi se non con una buona lettura?
Una volta a settimana per quattro settimane, immergiti nell’horror grazie alle recensioni di quattro classici del genere!
Il cimitero senza lapidi, di Neil Gaiman
Iniziamo, perciò, con un piccolo libro di racconti di Neil Gaiman. Il noto autore di The Sandman, recentemente discusso qui sul Magazine vista l’uscita dell’omonima serie su Netflix, nel 2007 pubblicava una raccolta di racconti, Il cimitero senza lapidi e altre storie nere, in lingua originale M for Magic. Si tratta di varie storie e frammenti apparsi già in altre pubblicazioni, tra cui la versione originale di Coraline; unica eccezione, il racconto omonimo Il cimitero senza lapidi, che sarà pubblicato qualche anno più tardi con il titolo Il figlio del cimitero.
Letture mordi e fuggi
Se non sei amante delle letture voluminose, questo libro piccolo soltanto di mole – poco più di duecento pagine – fa al caso tuo. Il cimitero senza lapidi si presta bene a una lettura rapida e a più riprese, ma non per questo è privo di qualità: le storie, tutte autoconclusive, si lasciano leggere in modo più che piacevole.
Si tratta di dieci racconti di lunghezza variabile, dalle quattro/cinque alle quaranta/quarantacinque pagine. È una raccolta che offre, a ogni racconto, una storia sempre diversa. Ne Il cimitero senza lapidi le trame riescono sempre a differenziarsi l’una dall’altra, non c’è ripetitività. In poche battute ci si immedesima nei personaggi, perché per ognuno di questi c’è quel piccolo dettaglio che lo rende vivo e unico. Anche sotto il profilo del genere narrativo, la raccolta è molto varia: si passa dal fantasy all’horror fino al giallo, ed è questa variazione continua l’elemento imprevedibile che impedisce al lettore di annoiarsi.
C’è, però, un rischio, che è quello di non rendere omogenea la raccolta stessa, proprio in termini di ritmi narrativi: alcune storie sono, in effetti, più sottotono rispetto ad altre, ma si tratta in ogni caso di frammenti, di estratti o anche di racconti brevi originali, visti già in altre pubblicazioni. Insomma, dei piccoli camei, di certo più apprezzabili se si ha un’idea chiara della produzione di Gaiman. Questo piccolo neo, però, non incide sulla tempra stilistica de Il cimitero senza lapidi, un mix curiosamente assortito, ma di sicuro effetto.
Il cimitero senza lapidi di Gaiman non delude
La penna di Gaiman, quella stessa penna che ha partorito The Sandman, è come un rosa rossa in un bouquet di rose bianche: riconoscibilissima e ben caratterizzata. Non si rimane sorpresi se, durante la lettura, tornano in mente tutte quelle ambientazioni e quelle atmosfere che hanno fatto del fumetto un capolavoro. Anzi, forse sono quella piccola puntina di diamante che fa rilucere il tutto.
L’inquietante e il disturbante
Parliamo dunque di sensazioni. Che cosa si può trovare ne Il cimitero senza lapidi? “Una generale sensazione di inquietudine” potrebbero essere le parole giuste per descrivere al meglio ciò che suscita la lettura, che insieme alla capacità di Gaiman di creare delle immagini mentali disturbanti risulta in un potente mix immaginifico.
La scrittura è sempre netta, chiara, non sfugge al dominio del racconto, pur riuscendo a comunicare quel senso di vago e indefinito, rendendo le immagini vivide, ma dai contorni sfumati e indistinti. Come in un sogno.
In conclusione, Il cimitero senza lapidi è utile per cominciare a instillare quel pizzico di turbamento in chi legge, decisamente adatto per prepararsi ad Halloween, l’evento più inquietante dell’anno!