L’acqua, uno dei quattro elementi fondamentali, da sempre influenza il mondo della letteratura e dell’arte, ispirando scrittori, poeti e cantanti
L’acqua, come elemento naturale, ha la capacità di infilarsi nelle crepe rocciose, in luoghi inaccessibili altrimenti, di levigare falesie a picco sul mare erodendone a lungo andare la consistenza. Per questa sua caratteristica è stata spesso utilizzata come metafora poetica, accostandola al mondo dei sentimenti. L’acqua in grado di plasmare lentamente un comportamento, di addolcire caratteri spigolosi, d’insinuarsi nei profondi anfratti dell’animo, di raggiungere luoghi sotterranei della coscienza.
L’acqua è parte fondamentale del globo terrestre, nell’acqua è nata la vita, nel brodo primordiale sono avvenuti gli eventi chimico-fisici che hanno dato origine alla scintilla vitale sulla Terra.
Oltre a ciò, il corpo umano è composto in buona parte di acqua.
Con queste premesse è facile capire perché tantissimi poeti e scrittori abbiano attinto a piene mani da tale materia.
Poesie a tema
Tra le poesie più note segnaliamo Mezzaluna di Federico Garcia Lorca:
La luna cammina sull’acqua
Com’è tranquillo il cielo!
Va segando lentamente
Il tremore vecchio del fiume
mentre un ramo giovane
lo prende per uno specchio.
(F. Garcia Lorca, 1922)
Restando in Italia, invece, troviamo la leggendaria poesia che in molti ricorderanno ancora dai tempi delle scuole:
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella…
(Gabriele D’Annunzio, La pioggia nel pineto, 1902)
Testi musicali e romanzi
Osservando il mondo della musica, la pioggia è spesso associata alla tristezza e alle lacrime, la costante opera di logoramento delle instancabili gocce alla perseveranza e all’ossessione, la misteriosità del mondo marino sommerso alle insidie della vita: sono tutti temi che tornano in tantissimi testi. Anche il fenomeno delle maree è visto come qualcosa di incontrastabile e magnetico, in quanto legato alle forze gravitazionali che agiscono nel sistema Terra-Luna-Sole.
Rompere le acque della Casa Nostalgia
Vedere coi miei occhi e sentire chiare qua
Parole e suoni giocando col domani
È magica la luce che disegna le ombre
È magica la mente dove nasce la curiosità
Di mondi sommersi, tutti da scoprire
E rinasce ogni attimo
Il congegno fantastico
Che goccia a goccia
Fa un mare dentro me
(Litfiba, Goccia a goccia, 1997)
E, ancora, possiamo citare uno dei brani più malinconici e struggenti degli anni Novanta:
Tu sei dentro di me come l’alta marea
che scompare e riappare portandoti via
Sei il mistero profondo, la passione, l’idea
sei l’immensa paura che tu non sia mia
(Antonello Venditti, Alta marea, 1991)
L’acqua intesa come spazio marino è stata fonte d’ispirazione e scenario di numerosi libri; ricordiamo qui il suggestivo monologo di Alessandro Baricco, Novecento. L’oceano è visto come culla e dimora sicura, strumento di isolamento e di protezione, ma anche oggetto di scoperta continua da parte del protagonista.
A un quadro mica puoi chiedere niente. Ma a Novecento sì. Lo lasciai in pace per un po’ e poi cominciai a sfinirlo, volevo capire perché, una ragione doveva pur esserci, uno non sta trentadue anni su una nave e poi un giorno d’improvviso se ne scende, come se niente fosse, senza nemmeno dire il perché al suo migliore amico, senza dirgli niente.
“Devo vedere una cosa, laggiù”, mi disse.
“Quale cosa?” Non voleva dirla, e si può anche capirlo perché quando alla fine la disse, quel che disse fu:
“Il mare”.
“Il mare?”
(Alessandro Baricco, Novecento, 2001)
Le celebrazioni hanno lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di informare su temi precisi; ma la Giornata Mondiale dell’Acqua può essere anche, per i lettori incalliti, l’occasione di ricordare quante volte abbiamo trovato accostamenti, metafore e rimandi letterari su questo elemento così letterariamente plasmabile.