Autrice tra le più importanti del Novecento e non solo, Alda Merini viene ricordata per il suo coraggio e per la forza delle sue parole
Una vita di sofferenza, quella di Alda Merini, la quale è riuscita a canalizzare eventi tragici, internamenti, malattie e lacrime in sillogi poetiche pregne dell’essenza esistenziale.
Tormentosa è la sorte dei poeti,
chiara e sicura come l’usignolo
la falce della morte che spargeva
la sua polvere d’oro
sopra il misfatto delle mie parole
(estratto di una poesia della raccolta Ballate non pagate, Giulio Einaudi Editore, 1995)
Un tormento che Alda Merini riesce a reggere, con la forza dell’amore che la lega alla vita e alle persone a cui si lega.
Nata il 21 a primavera, come recita una sua famosa poesia, Alda Merini nasce nel 1931 a Milano. Descritta come malinconica sin da bambina, assiste ai bombardamenti che, nella Seconda Guerra Mondiale, distruggono la casa della sua famiglia: non è che il primo di una serie di drammi.
La malattia e il calvario
A soli 16 anni le viene infatti diagnosticato un disturbo bipolare, che la porterà a fare dentro e fuori dagli istituti psichiatrici; sono anni in cui ricerca una salvezza che passa per l’abbandono: o a un Dio o a se stessi; o affidandosi alla fede o perdendosi nella nebbia della propria mente. Per la scrittrice queste due sfere sono complementari: mistico e terreno, religiosità e razionalità. Ciò si ripercuote nei suoi scritti, visionari e folli, versi di “una donna d’azione che ha scritto d’amore per forza, come grido di vendetta. Perché l’amore stimola alla vendetta” (La pazza della porta accanto, Edizioni Bompiani, 1995).
Nonostante le sofferenze e l’emarginazione, Alda non rinuncia alla vita; al contrario la afferra, provando a riempirla di bellezza, di arte, di poesia e di amore.
La poesia è vista come una “dimensione di luce”, un modo di tenere un filo stabile con il mondo al di fuori della sua sofferta sfera intima. Leggere la biografia della poetessa equivale a districarsi in un elenco di incomprensioni familiari, amori persi, malinconie e malattie.
Nell’anniversario della sua nascita, invece, vogliamo ricordarla per ciò che rappresentava come artista.

I temi della sua poetica
Autrice di capolavori come La terra Santa, il cui tema principale è il manicomio, assimilato alla Terra Santa narrata nella Bibbia. Un’altra raccolta incentrata su temi quali l’ansia, la reclusione, lo slancio vitale e la resurrezione è Superba è la notte.
La cosa più superba è la Notte,
quando cadono gli ultimi spaventi
e l’anima si getta all’avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue,
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre,
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.
(Superba è la notte, Giulio Einaudi Editore, 2000)
La ricerca di uno stato di pace è evidente, la poesia e l’arte catalizzano e immortalano le sofferenze di una delle più importanti poetesse del Novecento.
Persino l’accettazione della propria sorte e di ciò che non si è vissuto sono resi dolcemente nelle sue parole:
Il vecchio non riposa sulla zolla
del mio brutto pensiero, vecchia io pure
penso a distanze bianche e invereconde
che io non ho battuto, ad atmosfere
di canto che ridondano amicizia…
Perduta ormai la via della speranza,
vengo a cantare in mezzo a dei dementi
sospinta da un illogico destino
(estratto di una poesia della raccolta Ballate non pagate, Giulio Einaudi Editore, 1995)
Alda Merini è riuscita come pochi a trasformare la sua sofferenza in bellezza poetica.
Oggi, le sue quattro figlie gestiscono il sito ufficiale della scrittrice: www.aldamerini.it, realizzato nel 2010 in occasione di quello che sarebbe stato il 79esimo compleanno della loro madre.