La storia dell’amicizia tra Huck e Jim, uniti dalle avversità della vita. Un manifesto antirazzista considerato un capolavoro della letteratura americana
Ernest Hemingway affermò che «Tutta la letteratura americana viene da Huckleberry Finn… Non c’era niente prima. E non c’è stato niente del genere dopo». Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain, pseudonimo dello scrittore e giornalista americano Samuel Langhorne Clemens, raccontano l’incontro tra Huck, ragazzo bianco che scappa da un padre ubriacone, e il negro Jim, schiavo che fugge dalla sua padrona perché timoroso di essere venduto. I due intraprendono un viaggio in zattera lungo il fiume Mississippi, che li porterà a vivere mirabolanti avventure. Jim vuole raggiungere il nord del Paese, dove la gente è libera; Huck ha il sogno di attraversare il Mississippi.
L’America di fine XIX secolo e l’età dorata
Sullo sfondo c’è l’America dell’età dell’oro, con i coloni e gli avventurieri, la guerra civile e la profonda divisione in classi sociali. Il linguaggio utilizzato da Twain è colorito: Jim non è un “ragazzo di colore” ma uno “schiavo negro”. Oggi alcuni termini sono banditi perché considerati offensivi e nessuno si sognerebbe di usarli. Lo scrittore fu accusato, già all’indomani della pubblicazione, di essere eccessivamente rude nello stile – parole bandite a parte – e di non essere adatto alla lettura da parte dei ragazzi.
Ma lo scopo di Twain era proprio quello di raccontare, senza mezzi termini, la ribellione contro la realtà sociale incarnata dai due protagonisti: una ribellione che ha una forte valenza antirazzista.
Il successo consacrato da riadattamenti cinematografici e serie animate
Il romanzo ebbe un successo immenso. Pubblicato nel 1884, quale seguito del precedente Le avventure di Tom Sawyer, venne riadattato cinematograficamente da Michael Curtiz nel suo The Adventures of Huckleberry Finn, uscito nel 1960 con protagonisti Eddie Hodges e Archie Moore.
Merita di essere citata anche la serie di cartoni animati creata dal giapponese Hiroyoshi Mitsunobu e trasmessa nei primi anni Ottanta, dove l’amicizia tra Huck e Jim e l’infinito Mississippi vengono raccontate con grande realismo. L’ingiustizia di cui era vittima il povero Jim faceva sorgere domande e riflessioni nei bambini che si immedesimavano nella sua storia da fuggitivo. E se davvero un romanzo ha senso quando ha lo scopo di trasmettere sapere, quello di Mark Twain ha senza dubbio avuto il merito di riuscire a farlo con maestria e realismo, fornendo strumenti validi di comprensione.
Oltre a essere una storia pregna di significati, Le avventure di Huckleberry Finn riesce a incollare il lettore alle pagine e a farlo sorridere:Twain riversò nella stesura del suo romanzo la sua capacità di autore di racconti umoristici e la sua sottile vena caricaturista con la quale era in grado di fornire ilari spaccati dei luoghi comuni del tempo.