I tre moschettieri è uno dei più grandi successi della letteratura francese. Leggendolo oggi ci si accorge di quanto sia attuale, per i temi e per le modalità di scrittura… singolari per l’epoca.
Un romanzo scritto a quattro mani o un ghostwriting?
Non tutti sanno che I tre moschettieri è stato scritto da Alexandre Dumas padre in collaborazione con lo scrittore e drammaturgo Auguste Maquet. Sulla natura del loro rapporto professionale circolano versioni differenti, anche se sono comprovate alcune controversie che li portarono in tribunale.
Di fatto il romanzo d’appendice, pubblicato inizialmente a puntate nel 1844 sul giornale Le Siècle, reca la firma di Dumas, riconosciuto come l’autore ufficiale di un’opera di grande successo. Resta però la domanda: è un romanzo scritto a quattro mani o un esempio di ghostwriting ante litteram?
Una trama rutilante
La storia inizia con l’arrivo di Charles d’Artagnan a Parigi. Il giovane guascone giunge con una lettera di raccomandazione da presentare al capitano dei moschettieri del re, il signor de Tréville, poi rubata da un losco figuro.
Il ragazzo s’imbatte successivamente in Athos, Porthos e Aramis, moschettieri con cui stringe una solida amicizia, dopo i primi momenti turbolenti. D’Artagnan si distingue fin da subito per il talento e per il temperamento irruente e passionale che lo porta a rapidi innamoramenti, alternati a ruoli centrali nelle trame congeniate dal cardinale Richelieu e dai perfidi collaboratori.
Seguono colpi di scena e rivelazioni che lasciano ancora oggi il lettore attaccato alla pagina, fino alla fine. Una trama che non ha nulla da invidiare a spy story e thriller contemporanei.
Un ritmo incalzante
I tre moschettieri è un romanzo attuale per lo stile che lo contraddistingue, dinamico e e privo di orpelli. Dumas utilizza il dialogo e non risparmia colpi di scena, avvalendosi di un ritmo incalzante, con espedienti curiosi per i canoni narrativi dell’epoca. L’autore evita lunghe e farraginose descrizioni avvicinandosi allo Show, don’t tell. Ma sono soprattutto i temi che avvicinano il romanzo all’epoca contemporanea.
I tre moschettieri, specchio di un’umanità divisa
Il romanzo di Dumas padre mette in evidenza la divisione tra gli esseri umani rappresentata da una parte dai moschettieri del re e dall’altra dalle guardie del cardinale. Il potere temporale contro quello religioso, qualcosa che ritroveremo circa cento anni dopo nel Don Camillo di Giovannino Guareschi, calato in un contesto storico diverso ma non lontano da quello francese per lo spirito che anima.
Il concetto che emerge è l’appartenenza a una determinata fazione, con la conseguenza di un’umanità divisa. La tematica si allarga al disprezzo di chi appartiene a un popolo considerato nemico: Richelieu detesta la consorte del re Luigi XIII, Anna d’Austria, in quanto spagnola. L’odio per il diverso, malgrado l’appartenenza a una religione che dovrebbe unire, si alimenta con la forza, ricordando le dinamiche divisive che oggi si manifestano sui social. Cambiano gli strumenti e i modi, ma i problemi sono universali.
Trame e tradimenti
I tre moschettieri è attuale perché apre alle dinamiche dei giochi di potere. Non si tratta solo di politica ma prima di tutto di relazioni umane, di amori effimeri, passioni e tradimenti che alimentano l’intrigo.
Accanto troviamo il senso dell’onore, un concetto apparentemente desueto ma che apre a una serie di implicazioni importanti per i rapporti umani. Dumas non è autore di un romanzo morale; non si pone in una posizione giudicante, al contrario, lascia spazio a un’umanità che non si edulcora né si piega a diktat politicamente corretti.
Il politicamente scorretto e costruttivo ne I tre moschettieri
La narrazione di Dumas è sincera e lucida, mostrando anche i lati meno gradevoli ma disarmanti dell’umanità. L’autore lascia che la storia esprima i pregi e i vizi di una società divisa, crudele e appassionata.
D’Artagnan è il rappresentate perfetto di questo modo di essere: giovane, volubile, capace di resistere alle situazioni più difficili pur di perseguire i propri obiettivi. Un personaggio concreto, un uomo d’azione diverso dagli antieroi novecenteschi, persi nel loro nichilismo. D’Artagnan è un personaggio leale e votato alla giustizia; con i moschettieri del re può insegnare tanto ai lettori e alle lettrici, in particolare alle nuove generazioni.
Si può essere sognatori ma al contempo lottare in modo concreto per la propria realizzazione, avvalendosi di amici leali. E d’Artagnan, con Athos, Porthos e Aramis, è un esempio costruttivo in tal senso.
Roberta De Tomi