L’iniziativa delle monete allegate agli albi a fumetti con paperi e topi suggerisce uno sguardo al glorioso passato dei gadget collezionabili Disney
Una volta si potevano semplicemente collezionare; poi bisognava raccoglierli pezzo a pezzo e montarli; poi si sono trasformati in gadget unici, ciascuno completo così com’era; adesso sembra che si stia tornando al modello originale. Dal 13 gennaio al 15 febbraio, infatti, ad alcune fra le riviste a fumetti della Disney (naturalmente iniziando con l’ammiraglia Topolino) sono allegate le Monete di Paperopoli: dieci esemplari, ciascuno diverso dagli altri per il taglio e per i personaggi raffigurati (su disegni di Marco Rota, artista italiano dallo stile dichiaratamente ispirato a quello del grande Carl Barks).
Le origini dei gadget collezionabili Disney
L’iniziativa segue quella analoga delle Banconote di Paperopoli, varata esattamente un anno prima (dieci banconote “emesse dalla banca di Paperopoli” con i personaggi disegnati da Stefano Zanchi), eppure ha il suo primo illustre precedente molto indietro nel tempo, per l’esattezza nel 1969. Negli anni precedenti, con Topolino erano state effettuate operazioni promozionali nel cui ambito i lettori venivano omaggiati di cartoline, calendari e album di figurine, ma fu appunto nel ’69 che la Disney produsse e allegò agli albi sei monete, raffiguranti i personaggi di Topolino, Pippo, Pluto, Paperino, Paperone e Archimede Pitagorico (su disegni di Giuseppe Perego).
Il successo dell’iniziativa, detta Operazione Dollaro, fu tale da vararne una simile, ma più originale, l’anno dopo: nel 1970 fu infatti la volta di Operazione Miliardo, costituita da otto monete (stavolta i disegni originali dei personaggi erano di Giovan Battista Carpi) e, qui stava la particolarità, da undici storie inedite che andavano a comporre la saga Storia e gloria della dinastia dei paperi (scritta da Guido Martina e disegnata da Romano Scarpa e dallo stesso Carpi) sulle cui pagine comparivano proprio le otto monete, ciascuna legata a un diverso periodo storico: c’erano infatti Paperone cosmonauta, Paperina faraona d’Egitto, Pippo imperatore di Roma, Nonna Papera membro di un clan scozzese, Minnie regina di Spagna, Paperino in versione pirata, Topolino soldato nordista e Rockerduck in versione Davy Crockett.
Lo stesso meccanismo, collegare cioè i gadget allegati alle testate con le storie a fumetti che su quelle stesse testate vedevano la luce, fu applicato nel 1973 con la cosiddetta Operazione Quack: il set di francobolli metallici “emessi dalle Poste di Paperopoli” raffigurava dieci personaggi che il lettore poteva ritrovare nelle altrettante storie componenti la saga Il segreto del totem decapitato (anch’essa scritta da Guido Martina per i disegni di Giovan Battista Carpi, Giorgio Cavazzano, Massimo De Vita e Guido Scala).
Gadget Disney, un’evoluzione inarrestabile
Iniziative analoghe vennero poi proposte negli anni immediatamente seguenti: francobolli, gagliardetti, medaglie olimpiche. Anche nei decenni successivi, complici prima l’alto numero di copie venduto da Topolino e poi l’arrivo della filiale italiana della Disney stessa a gestire il settimanale per ragazzi più famoso d’Italia (sottraendone i diritti a Mondadori), moltissimi altri gadget vennero distribuiti, solitamente nel periodo estivo e con una novità: ciascun oggetto era suddiviso in parti che i lettori avrebbero dovuto collezionare una ad una e poi montare. Fu così per l’orologio ecologico (realizzato con una bioplastica all’avanguardia per quegli anni), la macchina fotografica, il walkie-talkie, il binocolo.
Alcuni di questi oggetti erano marginalmente collegati alle storie pubblicate, ma con il tempo si decise che i gadget dovevano avere un legame non più con singole storie, bensì con il mondo Disney in generale: per questo motivo vennero lanciati il Deposito di Paperone, la casa di Paperino, l’automobile di Macchia Nera, il sommergibile di Double Duck, addirittura un plastico fenomenale dell’intera città di Paperopoli. Tutti oggetti da montare, alcuni anche abbastanza complessi, collezionando le parti allegate a Topolino di settimana in settimana… in un periodo però (siamo ormai arrivati agli anni Duemila) in cui il settimanale Disney non vantava più le vendite stratosferiche degli anni Settanta e Ottanta, e in cui molti lettori non avevano più la pazienza di aspettare settimane prima di ottenere l’oggetto completo.
Di recente le testate Disney hanno nuovamente cambiato editore e sono ricadute sotto l’ombrello della Panini, la stessa che al momento pubblica in Italia i fumetti della Marvel Comics e della DC Comics, con un rilancio e una riorganizzazione delle testate e dei loro allegati. Probabilmente i tempi non sono ancora maturi (e forse non lo saranno mai) per progettare iniziative come l’Operazione Dollaro o l’Operazione Miliardo, con la messa in cantiere di storie scritte e disegnate in quanto collegamento alle monete-gadget; eppure un’uscita editoriale appositamente messa in cantiere c’è, si intitola Paperi & Monete e contiene la bellezza di 192 pagine piene di storie dedicate, come recita il payoff pubblicitario, a “dobloni, talleri e dollari sonanti”, maneggiati ovviamente da Paperon de’ Paperoni.
Insomma è percepibile un senso di ritorno al passato (forse anche perché i lettori di Topolino sono in massima parte adulti, in mancanza di quel ricambio generazionale che purtroppo manca in tutto il settore dell’editoria a fumetti), grazie a queste iniziative in cui è sufficiente raccogliere gli allegati alle riviste e conservarli uno dopo l’altro: senza doversi cimentare con il montaggio di giocattoli complicati, ma solamente ammirando i piccoli oggetti, ben disposti nel loro raccoglitore.
Una semplice collezione, né più né meno.