Talent Scout: figura sempre più importante nel mondo del fumetto
Si è tenuta in Sala Aldus il 10 dicembre alle 16.30, all’interno della grande cornice di Più Libri 2022, la conferenza dal titolo I mestieri del fumetto: lo scouting, che ha visto la partecipazione di tre nomi arcinoti del panorama editoriale e del fumetto, nello specifico: Nicola Pesce di Nicola Pesce Editore, Caterina Marietti di BAO Publishing e Alberto Rigoni di Lucca Crea. A moderare l’incontro, giornalista di Repubblica per Robinson.
Una partecipazione decisamente nutrita, quella nella sala dedicata alle conferenze per il pubblico dei professionisti. Tantissimi i temi toccati, ma soprattutto il Talent scout come cuore principale degli argomenti affrontati.
Una figura “relativamente” nuova nel panorama editoriale, che oggi – più che in passato – si occupa di andare a caccia di nuovi talenti. L’intervento degli editori presenti conferma le nuove prassi e modalità introdotte dalle aziende di produzione e dalle case editrici per scovare i prossimi Zerocalcare.
Anche di lui, infatti, si è parlato come esempio eclatante del successo inaspettato, ma soprattutto della bravura innata di tanti autori e tanti illustratori.

Le vie del fumetto sono infinite
Ricca, naturalmente, di altri racconti e di altri esempi, la conferenza ha informato il pubblico delle nuove “vie” che gli editori percorrono oggigiorno per scovare il prossimo talento da lanciare sul mercato. I Talent scout infatti non svolgono più ormai un ruolo meramente di filtro, andando a selezionare manoscritti o proposte editoriali pervenute in casa editrice. No, i Talent scout oggi ricoprono un ruolo attivo, di ricerca attiva e non più di filtro passivo. Si avventurano sui social, Instagram soprattutto, alla ricerca di nuovi autori.
Cosa si valuta: prima l’immagine o prima il testo?
Domanda dal pubblico. La risposta varia da editore a editore: c’è chi preferisce valutare unitamente progetti completi, comprensivi perciò di storia e disegni, c’è chi valuta singolarmente l’uno e l’altro.
Ma c’è però, inequivocabilmente, un sottotesto che vale per ognuno degli editori presenti al tavolo della conferenza, e che si può estendere a tutto il settore rappresentato: una buona storia è fondamentale, una storia che metta a nudo il fumettista/sceneggiatore e che lo renda il più “umano” possibile. Sì, perché la tendenza, soprattutto nel pubblico dei giovanissimi è di “divinizzare”, in certi sensi, le figure dei fumettisti e degli autori.
Riportarli, invece, a una dimensione umana è il secondo sottotesto sul quale, tutti, in sala, sono d’accordo. Insomma, il fumetto – che in Italia sta riscoprendo una fiorente rinascita – insegna che non basta avere un bel disegno. Ci vuole passione, talento e soprattutto ci vuole umanità, cuore ed emozioni senza filtri. Il pubblico ha bisogno di nuove emozioni.