Compie 99 anni il romanzo mystery di Gwen Bristow e Bruce Manning, in cui il Carnevale fa da sfondo a un delitto con appena 49 sospettati… tutti con la stessa maschera
I delitti di Carnevale (1932) è il secondo giallo scritto a quattro mani da Gwen Bristow e Bruce Manning, coniugi ed ex-giornalisti, residenti a New Orleans finché si trasferirono in California, dove lei divenne autrice di romanzi storici e lui sceneggiatore per film hollywoodiani. Mentre il loro primo giallo, L’ospite invisibile (divenuto un film nel 1933), era un classico divertissement basato su una macabra sfida dentro un ambiente chiuso, per I delitti di Carnevale gli autori scelgono come sfondo la città stessa di New Orleans nella sua versione più vivace, quella del Mardi Gras.
Il romanzo è diviso in tre parti, una per ciascuno dei tre giorni nei quali si sviluppa la storia: Lunedì Grasso, giorno in cui presso una festa privata si consuma il delitto iniziale, Martedì Grasso in cui la vicenda prosegue mentre la città si scatena tra balli, spettacoli e sfilate di carri, e infine Mercoledì delle Ceneri in cui l’intreccio arriva a una soluzione. L’omicidio su cui deve indagare il detective Murphy è intrigante e induce il lettore a seguire con interesse gli eventi perché non solo c’è un morto, ma non si tratta della persona che tutti credevano, insomma è… il morto sbagliato. Senza contare che nella casa in cui si svolgeva la festa ci sono 49 invitati, ovvero potenziali sospettati, e ciascuno di loro è mascherato da diavolo.

La cornice di New Orleans durante il Mardi Gras
Un elemento bizzarro ai nostri occhi è il fatto che il detective Murphy conduca l’indagine a braccetto con altri due personaggi di nome Wade e Wiggins, rispettivamente reporter e fotografo del Morning Creole – anzi, a dirla tutta, è Wade quello che arriva davvero a una soluzione. Ma si tratta pur sempre dell’America degli anni Trenta, un periodo in cui i quotidiani dettavano legge: tutto ciò che accadeva nelle grandi città doveva passare da loro, ogni direttore di giornale aveva talpe in tutti i pubblici uffici, dal Municipio alle carceri. E l’affiatamento tra Wade e Wiggins aiuta a rendere la storia scorrevole e veloce.
La scrittura di Bristow & Manning è fluida, sintetica, senza pesantezze; sembra quasi non risentire dei decenni trascorsi. Dovendo raccontare un’indagine poliziesca e mantenere un ritmo incalzante, i due si soffermano poco sulle descrizioni, sia di persone che di ambienti, e questo penalizza l’ambientazione, soprattutto quella del secondo giorno, in cui sarebbe stato bello “vedere” qualcosa in più del Carnevale, con le strade invase da gente di ogni tipo e le sfilate del Mardi Gras. D’altra parte, è pur vero che un setting deve fare da sfondo alle vicende, non offuscarle. Ci si deve accontentare di muoversi per la città in compagnia di Wade e Wiggins, per entrare nel mood carnevalesco e immaginare la rutilante New Orleans dei primi anni Trenta.
