Il 13 febbraio, che viene celebrato in tutto il mondo il World Radio Day, la giornata internazionale dedicata alla celebrazione di uno dei mezzi di comunicazione più importanti della Storia. La sua commemorazione è stata istituita nel 2011 dagli Stati membri dell’Unesco e adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2012 come Giornata internazionale.
Dalla radio al World Radio Day
La radio gode di una storia degna di nota, il suo nome proviene dal latino “radius” che tradotto vuol dire “raggio”, in relazione alle onde elettromagnetiche chiamate, per l’appunto, “onde radio”. La paternità della sua creazione è da sempre contesa fra Nikolai Tesla, uno dei primi a citare la trasmissione senza fili nel 1983, a St. Louis nel Missouri, e Guglielmo Marconi, che brevettò la telegrafia senza fili nel 1896 e che per primo trasmise segnali radio attraverso l’Oceano Atlantico nel 1901.
La radio si dimostrò di essenziale supporto durante la Prima e la Seconda guerra mondiale, essendo il mezzo principale per la comunicazione su terra e con le navi in mare.
Sembra quasi incredibile, ma è in Italia che è nata la prima “radio pirata” (antesignana delle radio libere, stay tuned, arriveranno a breve anche loro!). Si parlò per la prima volta di “radio pirata” nel 1945, quando già vigeva il monopolio della RAI, nata nel 1944 e quando “impiantare un trasmettitore abusivo significava avere il giorno dopo la Finanza a casa”.
L’impresa di Franco Moretti e di Radio Ferrara, di cui fu anche conduttore, durò solamente un mese, ovvero il lasso di tempo che interessò l’unico argomento che venne trattato: il “processo Altini”, l’ultimo prefetto fascista presente nella città di Ferrara.
Fu proprio un corpo delle forze dell’ordine a rendere possibile la messa in onda di Radio Ferrara: i pompieri, i quali fecero in modo che un cavo che partiva dal campanile della Chiesa di San Domenico arrivasse fino al tribunale. Lo stesso Moretti riuscì a forare il muro che separava la stanza dove si trovava il trasmettitore da quella del processo e collegare i microfoni. Fu così che la trasmissione del processo fu fruibile a tutta la cittadinanza, con l’aggiunta d’intermezzi musicali che andavano a colmare le pause del processo.
La radio è stata anche l’arma rivoluzionaria per rompere con arroganza le regole: prima su tutte la mastodontica e sfacciata impresa di Radio Caroline, una delle prime radio libere al mondo. Gli speakers di questa singolare realtà, pur di trasmettere la musica “proibita” dalla Corona inglese (un po’ di sano rock), salparono per perdersi nell’Oceano e, lontano dalle leggi, aprirono le trasmissioni salutando il mondo, finalmente, libero dalle regole con Not Fade Away dei Rolling Stones.
Ma non c’è Giornata Mondiale della Radio che può permettersi di dimenticare l’importante, drammatica e nefasta esperienza di Radio Aut di Peppino Impastato, la radio libera fondata coraggiosamente nel 1977 a Terrasini (in provincia di Palermo) per denunciare i mafiosi di Cinisi, in primis Gaetano Badalamenti (“Tano Seduto” era il nome con cui veniva evocato durante le trasmissioni radiofoniche).
All’interno del format vi erano palinsesti dai titoli satirici e sarcastici, come il celebre Onda Pazza in cui venivano raccontati i fatti che accadevano nella città di Mafiopoli. Una realtà, quella di Radio Aut, che terminò con l’omicidio del giovane Impastato, ma che proprio negli ultimi decenni ha riacceso i microfoni con Radio 100 Passi, la cui missione è – inevitabilmente – la medesima di Peppino Impastato.
Il World Radio Day celebra il mezzo d’informazione più globalmente usato
La radio ha rappresentato un mezzo di comunicazione durante le Guerre mondiali, un mezzo di ricerca di libertà, legalità e oggi anche di svago e ricreazione. Ad oggi è ancora il mezzo che viene più consumato globalmente, grazie anche alla fortunata e recente ramificazione del podcast. Combattiva, rivoluzionaria e senza limiti, la radio, piena dei suoi “raggi”, non spegnerà mai i suoi microfoni.