In tutte le narrazioni, di ogni tempo e luogo, le relazioni tra i personaggi seguono schemi ben riconoscibili, frutto dell’eredità condivisa dell’umanità. Le descrizioni delle tipologie, dei simboli, dei rapporti tra i personaggi stessi sono stati definiti da Carl Jung come archetipi, di cui si è già parlato anche questo articolo.
Joseph Campbell in L’eroe dai mille volti e Christopher Vogler nel suo celebre Il Viaggio dell’Eroe, hanno applicato queste teorie alla scrittura creativa.
I principali archetipi, quelli indispensabili in una narrazione, sono: l’Eroe, il Mentore o Vecchio saggio, il Guardiano della Soglia, il Messaggero, lo Shapeshifter o Mutaforma, l’Ombra e il Trickster o Buffone imbroglione.
Il primo degli archetipi narrativi, l’Eroe
L’Eroe o protagonista ha il ruolo principale nel racconto, è il personaggio si mette in moto per raggiungere l’Elisir, lo scopo della missione. Il cammino dell’Eroe parla di un’anima in trasformazione, è il viaggio di ognuno dei lettori all’interno della propria vita, per cui riguarderanno questo personaggio gli snodi maggiori e buona parte degli eventi del soggetto.
Premesso questo, è fondamentale che tu abbia dimestichezza con la funzione narrativa del tuo protagonista, per affinarlo al meglio e sfruttarne tutto il potenziale: solo così permetterai al lettore di riconoscere se stesso nella narrazione. Infatti, senza riferimenti condivisi, la trama non avrebbe punti saldi per nessuno.
L’Eroe, la funzione psicologica
Nell’analisi dei personaggi l’Eroe è razionalità, pensiero logico, autocritica. La sua funzione primaria consiste nel mediare i conflitti psicologici e sociali, nati dall’interazione tra istinti individuali e stimoli sociali, familiari e ambientali, cercando soluzioni razionali per superare i conflitti.
All’inizio del suo arco di trasformazione, il protagonista è pura e semplice identità personale che non si colloca all’interno di una società. L’esperienza lo cambia; il Viaggio dell’Eroe, reale o metaforico che sia, serve proprio a questo: è un percorso difficile dove il personaggio principale si scontra con tutti gli archetipi.
Quando la trasformazione è conclusa, l’Eroe ha incorporato tutte le caratteristiche degli altri archetipi e prende coscienza di sé come individuo, perché ha imparato a riflettere su entrambi i poli dell’esperienza: se stesso e il mondo esterno.
L’Eroe come ruolo drammaturgico
L’Eroe apre una finestra su una storia per il lettore, che si immedesima in lui e vede quel mondo con i suoi occhi. Per questo l’Eroe deve avere un mix di caratteristiche universali e uniche insieme: tutti si devono riconoscere in questo o quel pregio o difetto, per permettere a tutti di essere protagonisti per un po’.
- L’Eroe dev’essere migliore del lettore, per spingerlo a perfezionarsi, per essere modello, pur mantenendo caratteristiche comuni e umane, che non ne faccia stereotipo o superuomo senza difetti. Ricorda quindi che paura, superbia, ira, amore, sventatezza, pigrizia e tutta la gamma delle caratteristiche umane ti serviranno.
- L’Eroe deve imparare, supera ostacoli e raggiunge obbiettivi, ma soprattutto impara e diventa saggio.
- L’Eroe agisce in tutta la storia, non può essere salvato da un evento esterno. Egli impara a tenere testa al proprio destino, a scegliere come agire e salvarsi, a prendere responsabilità sempre maggiori.
- Forti e coraggiosi, sì, ma soprattutto gli Eroi sono votati al sacrificio. Il Protagonista rinunciare a qualcosa di prezioso, anche la vita, per la comunità. Infatti, “sacrificio” è “rendere sacro”. Spesso il ruolo dell’Eroe è inteso come simboli di abnegazione, incarna colui che è disposto al sacrificio per gli altri o per un ideale (re Leonida di Sparta, per citarne uno).
- Il protagonista affronta il pericolo della Morte, fisica o simbolica. L’Eroe ci mostra come si affronta la Morte, perché la sconfigge, le soccombe per rinascere migliore oppure cade con onore (come Massimo Decimo Meridio in Il gladiatore).
- L’eroismo non abita solo nel protagonista. Obi Wan è sia Mentore che Eroe quando si sacrifica per Luke. Sam è Eroe quando si sacrifica per Frodo. Ogni personaggio dovrebbe avere qualche tratto di ogni componente umana, per essere verosimile e complesso.
I difetti dell’Eroe
Difetti, vizi e debolezze in un Eroe lo rendono umano e permettono l’identificazione del lettore. Sono la base di partenza dell’Arco di trasformazione, alla fine del quale l’Eroe sarà cambiato e avrà guarito la ferita nascosta che muove i suoi passi parallelamente alla missione esplicita che è chiamato a svolgere.
Nel corso del Viaggio, oltre che con gli ostacoli reali, l’Eroe si scontra coi suoi difetti e li supera.
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