Il 1° dicembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale contro l’AIDS. “Stop alle diseguaglianze, stop all’AIDS” è lo slogan istituito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, poiché nonostante con il virus dell’HIV si possa convivere, a causa delle diseguaglianze molta gente continua a perdere la vita per colpa di questa malattia.
Quando viene istituita la Giornata mondiale contro l’AIDS
La Giornata mondiale contro l’AIDS viene istituita nel 1988, durante il Convegno Internazionale dei ministri della Sanità. La decisione fu presa per poter diffondere un messaggio sull’importanza della prevenzione della malattia. Da quel momento, governi e associazioni di tutto il mondo decisero di abbracciare l’iniziativa e di istituirla il 1° dicembre di ogni anno.
Gli obiettivi della giornata sono quelli di sensibilizzare le persone sui rischi della malattia, esprimere solidarietà a chi ne è affetto e ricordare chi ha perso la vita a causa dell’AIDS e delle malattie correlate.
Dal 1980 a oggi, l’AIDS ha ucciso oltre 35 milioni di persone, diventando una delle epidemie più mortali della storia. Negli anni Ottanta il tasso di mortalità di chi contraeva la malattia era elevatissimo mentre, al giorno d’oggi, grazie alle terapie e se diagnosticata per tempo, l’AIDS diventa una malattia cronica e non più altamente letale. Purtroppo, a causa della povertà e delle difficoltà nell’accedere ai farmaci, in molti paesi del Terzo Mondo l’AIDS è ancora molto diffusa e tra le cause principali di morte.
Che cos’è l’HIV e come prevenire l’infezione
In base agli ultimi dati rilasciati nel 2021, nel mondo le persone affette dal virus sono 37,7 milioni, mentre in Italia il numero delle persone che convive con tale malattia si aggira attorno ai 130.000. Negli ultimi anni, i contagi in Italia sono aumentati di 1303, nonostante negli ultimi vent’anni il numero di diagnosi sia rimasto sempre stabile.
Ma che cos’è l’AIDS?
L’AIDS è una malattia causata dal virus HIV. Questo virus ha l’infido potere di attaccare le cellule del sistema immunitario, indebolendole e compromettendone la capacità di combattere le malattie. Quando una persona si infetta, generalmente dopo un periodo di 2-3 settimane inizia a manifestare sintomi quali: dimagrimento, rash cutanei, dolori articolari e muscolare, gonfiore delle ghiandole e febbre.
Il contagio avviene per contatto con sangue infetto o attraverso i rapporti sessuali non protetti, ma può anche essere trasmesso dalla madre al figlio durante la gravidanza.
Al giorno d’oggi non esistono farmaci che permettano di guarire, ma il contagio può essere evitato grazie all’uso dei preservativi. Per chi ha contratto il virus, invece, esistono delle terapie antiretrovirali da seguire per tutta la vita e che permettono la convivenza con la malattia.