Durante la Giornata Internazionale della Danza si celebra un’espressione artistica capace di superare confini: il corpo si fa spartito e racconta qualcosa in modi che arrivano a tutti, senza bisogno di traduzioni. Il 29 aprile è dunque l’occasione per conoscere ed esplorare questa forma d’arte.
Giornata Internazionale della Danza: come nasce?
La Giornata Internazionale della Danza viene istituita nel 1982 dal Comitato Internazionale della Danza – C.I.D. dell’Istituto Internazionale del Teatro (ITI-UNESCO). La scelta del 29 aprile dipende dall’iniziativa di commemorare la nascita di Jean–Georges Noverre (1727–1810), che fu il più grande coreografo della sua epoca, nonché creatore del balletto moderno.
La Giornata Internazionale della danza in onore di Noverre
La volontà di sperimentazione e l’originalità portarono Noverre a mettere in discussione il balletto accademico dell’Opéra di Parigi, irrigidito su schemi troppo formalistici e “poco” artistici.
Da lì, le proposte che portarono a Noverre molti successi nei teatri. Il coreografo divenne noto anche per il suo testo-manifesto, Lettres sur la danse et sur les ballets del 1760. La sua riforma avvenne negli anni Sessanta e Settanta del Settecento, a Stoccarda e a Vienna, dove creò i capolavori con cui formò generazioni di danzatori, quali Jean Dauberval e Gaetano Vestris.
Successivamente Noverre pubblicò dei libretti nell’edizione del 1803-1804 di San Pietroburgo e in quella parigina del 1807 dedicata all’imperatrice Giuseppina Bonaparte in cui, con una prosa vivace, fornisce numerose indicazioni relative alla musica, all’illuminazione, ai movimenti scenici, ai gesti e all’uso drammatico della scenografia e degli improvvisi silenzi. In questi scritti, sorte di sceneggiature, viene anticipata la figura del regista.
Noverre fu, quindi, anche un influencer ante litteram. La sua lezione fu appresa e trasmessa da Dauberval, che formerà nomi del calibro di Charles Louis Didelot, Jean Aumer, Salvatore Viganò.
La danza nei secoli
La figura di Noverre è centrale e oggetto di celebrazioni durante la Giornata Internazionale della Danza. Ma è importante fare un salto indietro nel tempo, ricordando come la danza nasca dalla ritualità, quindi ha origini sacre; successivamente e nei secoli ha rispecchiato le trasformazioni sociali ma, al contempo, è diventata l’arte che raccoglie le tracce delle epoche.
Dalla danza accademica, nata in seno a una cultura aristocratica, si arriva a quella popolare che sintetizza ed esprime codici semplici ma non per questo meno preziosi. Danze popolari ma anche generi che, soprattutto in epoche recenti, si sono contaminate dando vita a nuove espressioni. Dalla rottura della danza moderna, che segue di pari passo la liberazione del corpo, si arriva all’incontro tra la classica e l’urban (meglio detta breakdance).
Per non parlare dei balli di coppia, occasioni per conoscere l’anima gemella un tempo, ora espressione di un caleidoscopio di emozioni tra amore e passione, anche spudorate. Tante figure: Isadora Duncan, Martha Graham, la “divina” e poi andiamo ai casi pop quali Paula Abdul, la coreografa delle “popstar”. E poi, i performer che hanno fatto sognare il pubblico al cinema: Gene Kelly, Ginger Rogers e Fred Astaire. E che dire di Moonwalk reso celebre da Michael Jackson? Infine i film: Flashdance, Footloose, Dirty Dancing. La danza è ovunque e fa parte della vita di tutti.
Giornata Internazionale della Danza 2023: danzare è comunicare
Come per il Teatro, anche nella Giornata Internazionale della Danza viene divulgato il messaggio di una personalità del settore. Quest’anno è il turno di Yang Liping, danzatrice e coreografa membro della minoranza etnica Bai nel villaggio di Dali, nella provincia dello Yunnan in Cina. È una ballerina a livello nazionale e vicepresidente della China Dancers Association.
Nelle sue parole emergono le ispirazioni che l’hanno portata a coreografare la danza del pavone The Soul of a Peacock.
La danzatrice mette in evidenza il ruolo della natura e il fascino di un’arte che è comunicazione. Un’arte che varca i confini ed esprime le possibilità della bellezza del corpo, fucina di narrazioni e di liberazioni. Ballare è anche lasciarsi andare, esprimere se stessi, viversi.
Roberta De Tomi